O poesia poesia poesia
Sorgi, sorgi, sorgi
Su dalla febbre elettrica del selciato notturno.
Sfrenati dalle elastiche silhouttes equivoche
Guizza nello scatto e nell’urlo improvviso
Sopra l’anonima fucileria monotona
Delle voci instancabili come i flutti
Stride la troia perversa al quadrivio
Poiché l’elegantone le rubò il cagnolino
Saltella una cocotte cavalletta
Da un marciapiede a un altro tutta verde
E scortica le mie midolla il raschio ferrigno del tram
Silenzio – un gesto fulmineo
Ha generato una pioggia di stelle
Da un fianco che piega e rovina sotto il colpo prestigioso
In un mantello di sangue vellutato occhieggiante
Silenzio ancora. Commenta secco
E sordo un revolver che annuncia
E chiude un altro destino
sì! sì! sì!
ti chiedo scusa, ma il tuo blog non fornisce nessuna informazione su di te e neanche un nome e qui sul Sasso preferiamo sapere con chi conversiamo. cortesemente, identificarti con un nome di persona sarebbe maggiormente gradito, altrimenti come già accaduto per altri, il Sasso eliminerà i tuoi interventi (e ci discpiacerebbe dopo aver letto ed apprezzato come scrivi)
grazie.