splende la parola di Elina in questi versi pur nella loro serena e accennata tristezza dell’attimo contingente, forse, alla scrittura…è un velo d’oro da scostare piano per intravedere il sole del suo sguardo…
ringrazio di cuore per aver donato al Sasso questa espressione del cuore corredata da un’immagine preziosa, come la sua Amicizia.
in un confine tra sonno e veglia ho visto le parole vagare…
stavo per perderle come spesso accade…poi l’oro di un paesaggio e l’apertura verde che intra-vedevo le hanno “accolte”…
così sono giunte…fino a te, al tuo sguardo e cuore
C’è un utilizzo incredibile ( e voluto, magari solo inconsciamente, ma si percepisce volontà) di lettere T e R. Suoni duri che fermano, che ti obbligano ad una porta chiusa.
Stefano
la porta ha un senso molto personale
è il fine cui tende la mente, è l’approdo, il sogno, l’apertura del giardino chiuso poichè è toccare l’infinito
interessante il ricorrere delle “lettere” che hai notato…
posso dirti che èaccaduto spontaneamente
sono piccole parole scritte senza rileggere
amo le poesie brevi poiché lasciano tra uno spazio bianco e l’altro, tutta l’ansia della mancanza, e la divina immaginazione del non detto, solo sfiorato, appena abbozzato. Ma rimangono le parole, preciso taglio, a incidere il dorso bianco. Dunque ciò che rimane è ferita, tatuaggio sulla pelle della memoria. Di solito un messaggio che perdura nel tempo. E qui vedo:
oro è l’ora che si addensa
altrove è buio attorno
a tentoni tengo la misura
e chiusa lascio la porta
Lo stesso tempo è prezioso allo spazio, inscindibile come la presenza interna del pensiero nella carne. Quindi è un processo dinamico e lento, il tenere a fatica la luce, conservarne il caldo stupore, laddove tutto condensa, si contorna di nero. Così il timore dell’altro nell’altro, pensiero che accade andandosene, rifugge dalla mano del poeta, si fa strada nell’ombra delle cose. Per questo chissà il chiudere la porta, quasi a sperare di continuare a contenere, poiché la dispersione è perdita d’energia, ma anche contatto con l’altrove, passaggio necessario, condizione di vita.
Non sono un critico, però provo a dire quel che penso.
Grazie Antonio per la tua lettura
mi sembra che tu abbia colto molti aspetti del testo e aggiunto tuoi pensieri particolari
non occorre essere un critico per “entrare” e “scorgere” le parole
splende la parola di Elina in questi versi pur nella loro serena e accennata tristezza dell’attimo contingente, forse, alla scrittura…è un velo d’oro da scostare piano per intravedere il sole del suo sguardo…
ringrazio di cuore per aver donato al Sasso questa espressione del cuore corredata da un’immagine preziosa, come la sua Amicizia.
in un confine tra sonno e veglia ho visto le parole vagare…
stavo per perderle come spesso accade…poi l’oro di un paesaggio e l’apertura verde che intra-vedevo le hanno “accolte”…
così sono giunte…fino a te, al tuo sguardo e cuore
Concisa e interessante.
Stefano
ringrazio ma vorrei sapere in cosa ha destato “interesse”
mi piace leggere come queste “visioni” giungano ad altri lettori
C’è un utilizzo incredibile ( e voluto, magari solo inconsciamente, ma si percepisce volontà) di lettere T e R. Suoni duri che fermano, che ti obbligano ad una porta chiusa.
Stefano
la porta ha un senso molto personale
è il fine cui tende la mente, è l’approdo, il sogno, l’apertura del giardino chiuso poichè è toccare l’infinito
interessante il ricorrere delle “lettere” che hai notato…
posso dirti che èaccaduto spontaneamente
sono piccole parole scritte senza rileggere
ma anche ‘ora è l’oro…’
(lettura personale, spero di non essere invadente)
ciao
perchè invadente…no di certo
ogni lettura arricchisce il significato ed è dono
ringrazio
elina
amo le poesie brevi poiché lasciano tra uno spazio bianco e l’altro, tutta l’ansia della mancanza, e la divina immaginazione del non detto, solo sfiorato, appena abbozzato. Ma rimangono le parole, preciso taglio, a incidere il dorso bianco. Dunque ciò che rimane è ferita, tatuaggio sulla pelle della memoria. Di solito un messaggio che perdura nel tempo. E qui vedo:
oro è l’ora che si addensa
altrove è buio attorno
a tentoni tengo la misura
e chiusa lascio la porta
Lo stesso tempo è prezioso allo spazio, inscindibile come la presenza interna del pensiero nella carne. Quindi è un processo dinamico e lento, il tenere a fatica la luce, conservarne il caldo stupore, laddove tutto condensa, si contorna di nero. Così il timore dell’altro nell’altro, pensiero che accade andandosene, rifugge dalla mano del poeta, si fa strada nell’ombra delle cose. Per questo chissà il chiudere la porta, quasi a sperare di continuare a contenere, poiché la dispersione è perdita d’energia, ma anche contatto con l’altrove, passaggio necessario, condizione di vita.
Non sono un critico, però provo a dire quel che penso.
Grazie,
Antonio Bux
benvenuto Antonio e grazie del tuo pensiero!
Grazie Antonio per la tua lettura
mi sembra che tu abbia colto molti aspetti del testo e aggiunto tuoi pensieri particolari
non occorre essere un critico per “entrare” e “scorgere” le parole
un caro saluto
E’ una bellissima, breve che lascia immaginare quanto uno desidera. Ed a me ha aperto una stupenda finestra.
grazie Mirta per la tua presenza e per le parole che hai avuto per questo piccolo e bellissimo gioiello in versi!
sono lieta che qualcosa di bello accada per mezzo delle parole
ciao Mirta