oro è l’ora (Elina Miticocchio)

 

oro è l’ora che si addensa

 altrove è buio attorno

a tentoni tengo la misura

e chiusa lascio la porta

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14 pensieri su “oro è l’ora (Elina Miticocchio)

  1. splende la parola di Elina in questi versi pur nella loro serena e accennata tristezza dell’attimo contingente, forse, alla scrittura…è un velo d’oro da scostare piano per intravedere il sole del suo sguardo…

    ringrazio di cuore per aver donato al Sasso questa espressione del cuore corredata da un’immagine preziosa, come la sua Amicizia.

    1. in un confine tra sonno e veglia ho visto le parole vagare…
      stavo per perderle come spesso accade…poi l’oro di un paesaggio e l’apertura verde che intra-vedevo le hanno “accolte”…
      così sono giunte…fino a te, al tuo sguardo e cuore

      1. C’è un utilizzo incredibile ( e voluto, magari solo inconsciamente, ma si percepisce volontà) di lettere T e R. Suoni duri che fermano, che ti obbligano ad una porta chiusa.
        Stefano

        1. la porta ha un senso molto personale
          è il fine cui tende la mente, è l’approdo, il sogno, l’apertura del giardino chiuso poichè è toccare l’infinito
          interessante il ricorrere delle “lettere” che hai notato…
          posso dirti che èaccaduto spontaneamente
          sono piccole parole scritte senza rileggere

  2. amo le poesie brevi poiché lasciano tra uno spazio bianco e l’altro, tutta l’ansia della mancanza, e la divina immaginazione del non detto, solo sfiorato, appena abbozzato. Ma rimangono le parole, preciso taglio, a incidere il dorso bianco. Dunque ciò che rimane è ferita, tatuaggio sulla pelle della memoria. Di solito un messaggio che perdura nel tempo. E qui vedo:

    oro è l’ora che si addensa

    altrove è buio attorno

    a tentoni tengo la misura

    e chiusa lascio la porta

    Lo stesso tempo è prezioso allo spazio, inscindibile come la presenza interna del pensiero nella carne. Quindi è un processo dinamico e lento, il tenere a fatica la luce, conservarne il caldo stupore, laddove tutto condensa, si contorna di nero. Così il timore dell’altro nell’altro, pensiero che accade andandosene, rifugge dalla mano del poeta, si fa strada nell’ombra delle cose. Per questo chissà il chiudere la porta, quasi a sperare di continuare a contenere, poiché la dispersione è perdita d’energia, ma anche contatto con l’altrove, passaggio necessario, condizione di vita.

    Non sono un critico, però provo a dire quel che penso.

    Grazie,

    Antonio Bux

    1. Grazie Antonio per la tua lettura
      mi sembra che tu abbia colto molti aspetti del testo e aggiunto tuoi pensieri particolari
      non occorre essere un critico per “entrare” e “scorgere” le parole

      un caro saluto

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