La camera degli sposi di Andrea Mantegna a Mantova, seconda parte (per i lunedì dell’Arte)

sposi

“Nella Camera Picta (Camera degli Sposi) dipinta da Andrea Mantegna a Mantova lo spettatore non è esterno allo spazio prospettico dove si manifesta l’evento, ma è inserito al centro dello spazio prospettico illusivo che si dispiega da ogni parte, e anche in alto, verso l’esterno. Le figurazioni della volta e delle pareti continuano lo spazio agito dallo spettatore che diviene il protagonista dell’evento e della presenza reale come pure dell’evento e della presenza nella finzione pittorica. […] La variata complessità che sa proporsi con precisa evidenza e studiato decoro spiega l’importanza che i contemporanei seppero cogliere nella decorazione dipinta dal Mantegna e il costante interesse e l’attenzione che ricevette per tutto il corso del Rinascimento maturo, di cui è anticipazione e perfetta espressione.”

Di tutto il ciclo pittorico presente nella Camera degli Sposi in questa seconda parte ad essa dedicata verrà considerato il cosiddetto “Oculo”, un dipinto presente al centro della volta di ricercata particolarità.

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“Il campo centrale della volta, risultante dall’incrocio dei costoloni, è lo spazio in cui si apre il grande oculo, rivolto verso un cielo azzurro solcato da nubi e perfettamente inscritto nel quadrato più esteso delimitato dagli stessi costoloni. Da lì si diparte una serie di cerchi concentrici, sottolineati nella parte più esterna dalla grande ghirlanda di foglie e frutti. Popolano questo spazio alcuni enigmatici personaggi femminili in due gruppi di tre e due, separati da un mastello contenente una pianta di agrumi che sta in bilico tra la sommità della balaustra e un bastone sospeso nel vuoto. Un primo gruppo di tre donne mostra il capo scoperto, soltanto due di esse hanno i capelli cinti da un nastro, la terza tiene in mano un pettine. Il secondo gruppo vede invece la presenza di una donna riccamente ornata, con il capo coperto da un velo bianco – segno con cui si identificava la condzione di donna maritata -, e un personaggio dalla pelle scura, individuato a volte come un uomo a volte come una donna, anch’esso con il capo coperto da un velo bainco prima e, sovrapposto, una sorta di turbante orientale a righe.

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Una serie di tre putti alati si affaccia alla balaustra, sporgendo il capo verso il basso; altri tre sono in piedi sulla cornice e si reggono all’esterno della balaustra; altri tre infilano la testa negli stretti anelli della balaustra stessa. Uno mostra nelle mani un pomo, un altro una canna, un altro è colto mentre si posa sul capo un serto di foglie. Di un decimo si osserva solo la mano che regge un bastone. Un grande pavone posato sulla balaustra completa la figurazione. In realtà la sagoma in luce di una nube allude con chiarezza al profilo di un volto umano, visibile nello spazio vuoto accosto al mastello, vicino alla prima donna con il nastro sui capelli.

part.1

part.2

L’oculo è la parte di più dubbia interpretazione, al punto che non pochi studiosi vi hanno riconosciuto semplicemente una scena gioiosa e quasi una burla, come se i personaggi raffigurati stessero rovesciando il contenuto del mastello all’interno della Camera.”

[testo tratto e adattato da La Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, Electa]

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