Dentro le Avanguardie russe (approfondimento) – a cura di C.Piazza e A.Greco

Kazimir Malevic - Suprematismo, 1915
Kazimir Malevic – Suprematismo, 1915

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Le avanguardie russe sono un argomento poco trattato e gli artisti protagonisti, come le concettualità dei movimenti, poco conosciuti, se non dagli addetti ai lavori; questo approfondimento, pertanto, vuole evidenziare quanto questi abbiano inciso, non solo in campo artistico, ma anche nel sociale.

Ancora prima della pubblicazione del manifesto del Suprematismo, a Pietroburgo nel 1915, in collaborazione con Majakovskji, Malevic nel 1913 aveva già realizzato l’opera ” Quadrato nero su fondo bianco”, avvalorando l’ipotesi che il movimento possa essere nato in quella data. Inoltre, in quell’anno, oltre la realizzazione dell’opera citata, Malevic è regista e scenografo dell’opera “Pobeda nad solncem (Vittoria sul sole) di Krucenuik, musicata da M. Matjusin, opera nella quale il pittore con scaltre combinazioni di luci scompone in figure geometriche attori e oggetti: per Malevic l’oggettività della rappresentazione è un di più alla creazione artistica e, quindi, reagisce anche alla figuratività ridotta del cubismo, eliminando ogni riferimento, non soltanto agli oggetti, ma anche ai vari tipi di condizionamento religiosi, politici o sociali.

Kazimir Malevic- Quadrato nero, 1913--
Kazimir Malevic- Quadrato nero, 1913

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In questo modo l’arte non risulta più al servizio della religione e dello Stato, non illustra più la storia dei costumi, credendo di potersi affermare senza “la cosa”, quindi senza la fonte valida della vita, ma soltanto in se stessa: per Malevic la pura sensibilità, nell’espressione, è libera da ogni finalità e dal peso inutile dell’oggetto e, così, egli, apre all’arte nuove possibilità ed in particolare riesce a trasportare nello spazio una percezione plastica riprodotta su un piano pittorico, così che il pittore trasporti le sue composizioni dalla tela nello spazio.

Naom Gabo, testa costruita, 1916
Naom Gabo, testa costruita, 1916

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Mentre Malevic dipingeva il suo quadrato nero su fondo bianco, un altro artista, Vladmir Tatlin, dopo essere stato a Parigi – e profondamente influenzato da Picasso – cominciava a “costruire” i suoi rilievi astratti, fatti di vari materiali: cartone, gesso, legno, metallo, ecc., che seppur utilizzati per esperienze precedenti già fatte dai cubisti, avevano acquisito nuove valenze costruttive, definendo così quello che avrebbe preso nome di Costruttivismo.

Building_the_Revolution_r_jpg_770786215 - una ricostruzione in scala del grandioso Monumento alla Terza internazionale progettato da Vladimir Tatlin nel 1919 e mai realizzato
una ricostruzione in scala del grandioso Monumento alla Terza internazionale progettato da Vladimir Tatlin nel 1919 e mai realizzato (da Enciclopedia Treccani.it)

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Inizialmente questa corrente (Costruttivismo), si differenziava poco dal Suprematismo, tanto che Tatlin e Malevic esposero anche insieme a Mosca nel 1917; in seguito, dopo la Rivoluzione socialista, le differenze aumentarono e alcuni artisti, come Rodchenko, Gabo ed altri, preferirono virare verso il costruttivismo. Nel 1919 Tatlin progettò il monumento della terza internazionale, che sarebbe dovuto essere alto 400 metri (solo il bozzetto era di 25 metri), considerato il primo monumento astratto mai pensato fino ad allora, nel tentativo di esprimere l’ansia di rinnovamento sociale a cui avevano aderito con entusiasmo, ma, a questo punto, anche Rodchenko e Varvara Stepanova pubblicarono il programma di un gruppo, detto produttivista, in cui affermavano “abbasso l’arte, viva la tecnica” inducendo molti artisti, che non si ritrovarono più in queste nuove avanguardie, a lasciare la Russia. Così, Tatlin, Rodechenko, la Stepanova e lo stesso Malevic, rimasero in Russia, mentre altri, come Gabo, Pesvner, Chagall e Kandinskji emigrarono in Europa occidentale, realizzando la loro arte così come la conosciamo anche noi.

450px-Gabo_Rotterdam_2 Naom Gabo, monumento del Bijenkorf 1954-57, a Rotterdam.
Naom Gabo, monumento del Bijenkorf 1954-57, a Rotterdam.

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Tuttavia, il Costruttivismo si rivelò di importanza fondamentale soprattutto per lo sviluppo del grande Teatro Russo di avanguardia e, anche se non riuscì a condizionare il costume sovietico, ebbe almeno il trionfo nella finzione del Teatro. Tutto questo fu annotato nella rivista LEF da Majakovskji, poeta, pittore, drammaturgo e scrittore, che è stato il personaggio culturale più poliedrico e partecipe in questi avvenimenti artistici.

Creazione tipografica sulle poesie di Majakovskij per la voce, Berlino, 1922.
Creazione tipografica sulle poesie di Majakovskij
per la voce, Berlino, 1922.

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Vladimir Vladimirovič Majakovskij – Poeta, autore drammatico e pittore russo (Bagdadi, od. Majakovskij, presso Kutais, 1893 – Mosca 1930). Grande innovatore, esercitò enorme influenza sui movimenti artistici russi d’avanguardia (in questa sede ci limiteremo agli aspetti propriamente artistico-pittorici, tralasciando quelli di scrittore e poeta). Militante nel partito bolscevico, fu inizialmente pittore e fece parte del gruppo dei cubofuturisti, che nel 1914 gli valse l’espulsione dall’Istituto di pittura, scultura e architettura di Mosca; ancora adolescente, svolse intensa attività politica nel partito bolscevico e fu arrestato tre volte. Accolse la rivoluzione con entusiasmo e nel 1923 organizzò il LEF (Levyj Front iskusstv “Fronte di sinistra delle arti”), che raggruppò artisti, poeti, scenografi, registi, filologi vicini al futurismo, e pubblicò la rivista omonima: in quegli anni fu il simbolo di tutto ciò che v’era di moderno e di audace nell’arte sovietica, finché la campagna condotta contro di lui dalla critica di partito, le delusioni politiche e motivi amorosi lo spinsero al suicidio. La sua influenza sui movimenti artistici russi d’avanguardia fu enorme; inizialmente pittore, della sua attività figurativa, dopo che si era dedicato agli scritti e all’azione politica, rimangono importanti le ricerche tipografiche e compositive fatte in collaborazione Con A. Rodchenko (pagine della rivista Lef, 1923 segg.). (fonti: varie tra cui Enciclopedia Treccani.it)

[Costantino Piazza e Angela Greco]

 

2 pensieri su “Dentro le Avanguardie russe (approfondimento) – a cura di C.Piazza e A.Greco

  1. Alle avanguardie russe hanno aderito molti artisti di ottimo livello che si sono anche molto impegnati nel focalizzare il cambiamento epocale della società del loro paese. Di loro vi sono pochissime fonti e la ricerca che abbiamo sostenuto io e Angela è stata complessa. Nell’est europeo ancor oggi sono presenti grandi talenti artistici di cui non si hanno tracce. Basti pensare a Naum Gabo, uno dei massimi scultori del novecento di cui si ritrovano poche e schematiche informazioni. Stiamo parlando di un artista che ha presentato le sue opere sia in Europa che negli Stati Uniti e che ha insegnato anche nella prestigiosa Università di Harvard. Mi son battuto sempre per diffondere la conoscenza dell’arte vera e non di quella mistificata dai media. Il sasso dello stagno per me è una grande opportunità per continuare a farlo e sono grato all’infaticabile Angela Greco per il sostegno che dà a questo mio impegno.

  2. Risvolti, c’è un brulicare enorme sotto le poche cose che sappiamo .
    E’ molto interessante vedere oltre ai risultati, i movimenti dell’arte nel suo formarsi e aggregarsi in correnti che sfociano in altre visioni e pensieri.
    E capisco, che sia molto riduttivo conoscerla senza sapere alcune cose.
    grazie, sempre ottime queste schede.

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