V.Van Gogh, Japonaiserie: Oiran (da Kesai Eisen)
1887, olio su tela, cm 105,5 x 60,5 – Amsterdam, Van Gogh Museum
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L’opera raffigurata è desunta dalla copertina di un numero di “Paris illustré”, che in quell’occasione dedicava le sue pagine al Giappone. Van Gogh mantiene la forma rettangolare disegnata da Kesai Eisen e fa stagliare la donna contro un giallo squillante, che rialza tutti i toni di verde e di rosso: elimina il ramo fiorito e lo sostituisce con un giardino acquatico ad alte canne di bambù, tratto invece da un’opera di un altro celebre maestro dell’ukiyo-e, il mondo fluttuante delle cortigiane ma anche categoria estetico-culturale determinante nell’arte giapponese. Oltre che animale tipico dell’Estremo Oriente, la gru vuole forse suggerire un rimando al mestiere della prostituta, cui è assimilata in Occidente la geisha: in francese grue (gru) è infatti un nomignolo per le prostitute. Da Utagawa Yoshimaru è desunta invece la rana, animale che oltre a definire popolarmente ancora la prostituta, qui diventa pendant formale con la ninfea, pianta che diventerà celebre grazie a Monet.
Il Museo Van Gogh di Amsterdam possiede più di quattrocento stampe giapponesi provenienti dalla collezione di Vincent e Theo, che le acquistarono per la maggior parte presso il noto commerciante Samuel Bing. Parigi del resto era la città europea più informata sull’arte dell’Estremo Oriente e all’Esposizione Mondiale del 1867 il “japonisme” (termine coniato dal critico Philippe Burty) aveva riscosso un enorme successo. Lo stesso Bing era stato fondatore della rivista “Le Japon illustré” e aveva curato una importante mostra di opere giapponesi presso il caffè di Agostina Segatori. Già ad Anversa Vincent aveva trovato qualche stampa per ravvivare la sua camera, ma qui a Parigi la sua passione può crescere più sistematicamente grazie alla quantità massiccia di xilografie che si potevano acquistare anche a buon mercato.
[da Van Gogh, I geni dell’arte – Mondadori Arte]
Interessante, Questo conferma come un bravo artista riesce a compenetrarsi e intervenire su altre realizzazioni espressive. Ribadisco il concetto della sinergia perché può creare nuove visioni della realizzazione artistica, mettendo in evidenza altre soluzioni oppure integrandone i contenuti. Comunque arricchendone l’aspetto esplicativo, soprattutto quando con interventi di alto spessore aggiungono potenza realizzativa e ne esaltano la carica emozionale. Grazie Angela, sempre preziosa la tua ricerca che contribuisce ad evidenziare questo aspetto sinergico.
L’ha ribloggato su CalliopeArte.
Ciao!
Ti ho nominata per il Liebster Award, premio per blog che hanno meno di 200 followers!
Trovi la nomination
qui: http://libroarbitrio.wordpress.com/2014/01/11/liebster-award-conosci-e-diffondi-nuovi-blog/
GRAZIE!!!!!!!
un abbraccio di cuore 😛