“Farsi protagonisti di un gesto artistico: comprendere il mondo in questo tempo e in questo luogo, cioè afferrarlo e, poi, gettarlo al di là di ‘questo’tempo e di ‘questo’ luogo; verso ciò che deve essere ancora, chiamando il futuro nell’abbraccio del legame amoroso con il linguaggio che li racconta. La realtà oggettiva e la lingua che la esprime sono, infatti, così strettamente legate che il mondo può avanzare solo a patto che la lingua avanzi oltre sé stessa seguendo immaginazione e libertà. La lingua costituisce la spia più rilevante del mutare del mondo […]. Il linguaggio non può parlare solo di se stesso, perché cessa altrimenti di essere uno strumento conoscitivo. Né la materia che percepiamo può restare orfana del linguaggio dell’arte…” (Franca Alaimo, da Rifondare linguaggi significa rifondare l’uomo – in AA.VV. Scenari ignoti, a cura di Ivan Pozzoni, deComporre Edizioni, 2014)
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Angela Greco, versi da Siamo già eterni in questo istante (così)
[…] Arriverai per me vestito di lino e tarda sera stellata / addosso
sorriso a sedurre incurante del tempo il tempo
suono diretto tra vertebre e tempie
cortocircuito testa-corpo
per te baratterei altri mille anni
di parole estranee e cieli
poi a ritrovarti basta una tramontana di azzurri
che sveli in lontananza l’odore di casa e la tua collina
appoggiata al mio sguardo da primo caffè quasi freddo
e ogni volta cerco quel ritratto / che non mi rende giustizia
che ti lascia dentro casa come fosse ieri e tu qui / ancora
in inattesi allineamenti
di pianeti esatti e benevoli astri
che la mia mano conducono alla tua
nascondendo il noi
ché a sembrare altro
si può anche scrivere quello che si tace.
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AA.VV. Scenari ignoti, a cura di Ivan Pozzoni, deComporre Edizioni, 2014
Che versi mia cara. Intensa scrittura.Un abbraccio. Isabella
Incantano i tuoi versi
grazie di cuore mie carissime!