Paul Eluard (pseudonimo di Eugène Émile Paul Grindel, Saint-Denis, 1895 – Charenton-le-Pont, 1952), ALLA FINESTRA
Non sempre ho avuto questa sicurezza, questo pessimismo che rassicura i migliori fra noi. Vi fu un tempo in cui gli amici ridevano di me. Non ero padrone delle parole. Una certa indifferenza. Non ho sempre ben saputo che cosa volessi dire; ma era, quasi sempre, perché non avevo nulla da dire. La necessità di parlare e il desiderio di non essere inteso. E la vita appesa a un filo.
Ci fu un tempo in cui pareva non capissi nulla. Le mie catene ondulavano sull’acqua.
Tutti i desideri mi son nati dai sogni. E ho provato con parole il mio amore. Qual è dunque la creatura fantastica cui mi son confidato, in quale mondo doloroso e squisito m’ha imprigionato l’immaginazione? Son certo d’esser stato amato nel regno più misterioso, il mio. Il linguaggio del mio amore non fa parte dei linguaggi umani, questo corpo umano non sfiora la carne del mio amore. Ho sempre avuta una immaginazione amorosa tanto costante ed alta che nessuno può tentare di dimostrarmi in errore.
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da Les dessous d’une vie ou la pyramide humaine (1926) in Paul Eluard, Poesie (introduzione e traduzione di F.Fortini – Einaudi, 1966)
immagine: Juan Gris, La fenêtre ouverte, 1921