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Vanitas
Secco il fiore alla tramontana degli anni
ha perso colore. Intatto il numero dei petali.
Una corolla di domande alterne
e la medesima risposta.
Il ragno nel silenzio dell’angolo
intesse un lavorìo delicato
tra lo sguardo e il marmo.
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Angela Greco, 2 novembre 2016
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nota: La vanitas, in pittura, è una natura morta con elementi simbolici allusivi al tema della caducità della vita. Il nome deriva dalla frase biblica vanitas vanitatum et omnia vanitas e, come il “memento mori”, è un ammonimento all’effimera condizione dell’esistenza (dal web).
Complimenti Angela, hai raggiunto una capacità sintetica molto rara oggi in poesia, si nota una qualità nel cercare la suggestione attraverso un parlato con lessico basso. Hai letto il mio ultimo commento sull’Ombra? Lì ho detto con parole semplici il problema che sta di fronte alla poesia italiana oggi.
grazie Giorgio!!!!
Ho letto con interesse il tuo ultimo intervento che richiama alla poesia di Pasolini e di Tomas Tranströmer. E tutto il lavoro della “semplicità” di linguaggio (“basso”) del poeta svedese, richiamata anche dalla motivazione del Nobel – “Attraverso le sue immagini dense, limpide, Tranströmer offre una nuova via d’accesso alla realtà” – non mi è indifferente.
Mi piace questa poesia, indipendentemente da Caravaggio.
Grazie Fabio 🙂
In poche essenziali parole la caducità dell’uomo, nell’ennesimo lavoro di Angela che non finirà mai di stupirmi!!!!!
grazie di cuore, Giorgio! è una gioia per me questo tuo commento 😀
Qui leggo una consapevole potenza di vita dove la vanitas di Qohelet non è stata somatizzata ma letta.
Cordiali saluti.
Grazie Lorenzo per la lettura!