Chi ha preso il nostro posto?»
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Non sappiamo più leggere i segni, i sogni,
il fondo delle tazze di caffè e nemmeno il Braille.
Sono lontane le stelle, le notti chiare e le mattine senza dolori.
Si ride per una bugia. Inizia a piovere.
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Il grigio ha valenza plurima e capacità statica.
Giorno monocromatico da vecchio film muto
aggressione inevitabile alla giugulare.
E’ tutto un gioco di fogli bianchi e mascelle.
Anche il cielo morde.
Al piano inferiore spostano continuamente le sedie
in un gioco da bambini che ogni volta ne sottrae una.
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Il falegname bussa tutti i pomeriggi dopo pranzo.
Dal balcone guarda i miei giorni stesi ad asciugare.
Io lo saluto sempre. Per l’ultima volta.
Inverno rigido tra febbraio e aprile;
maggio è soltanto un ricordo.
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Le gocce sui vetri mosaicano l’immagine.
«Claire, non allontanarti. Ho bisogno di mani, di fiato
e di presenza, in questo quotidiano senza punteggiatura».
La luce accesa nella stanza col soffitto blu aspetta la sera.
Temo il suo silenzio più che la neve.
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Astronomy domine, cinquant’anni di anticipo.
Scatola degli spilli, forma avveniristica, un altro secolo:
uso sapiente di mani, rotazione di vinili, asole da riparare.
Fili tutti tirati.
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Lascia che giochi, Claire, oggi. Fuori c’è confusione.
Cinque settimane per ritrovarsi e un bonus per sola andata.
Penso spesso che sia necessaria una vacanza dalla poesia,
ma poi qualcosa arriva e tutto allora diventa chiaro, lucido.
A marzo sarà un anno dalla foto in bianco e nero con foulard.
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Angela Greco
Buona Giornata Mondiale della Poesia con qualche riflessione mia…naturalmente in versi :))
Brava! Mi è piaciuta molto!
ma grazie di cuore, Fabio !!!