
Arte poetica di Jorge Luis Borges
Guardare il fiume fatto di tempo e acqua
e ricordare che il tempo è un altro fiume,
sapere che ci perdiamo come il fiume
e che i visi passano come l’acqua.
Sentire che la veglia è un altro sonno
che sogna di non sognare e che la morte
che teme la nostra carne è quella morte
di ogni notte, che si chiama sonno.
(da Poesie 1923-1976, Rizzoli, trad. it. Livio B. Wilcock)
.
I fiumi (1916) di Giuseppe Ungaretti
Mi tengo a quest’albero mutilato
Abbandonato in questa dolina
Che ha il languore
Di un circo
Prima o dopo lo spettacolo
E guardo
Il passaggio quieto
Delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato
L’Isonzo scorrendo
Mi levigava
Come un suo sasso
Ho tirato su
Le mie quattro ossa
E me ne sono andato
Come un acrobata
Sull’acqua
Mi sono accoccolato
Vicino ai miei panni
Sudici di guerra
E come un beduino
Mi sono chinato a ricevere
Il sole
Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo
Il mio supplizio
È quando
Non mi credo
In armonia
Ma quelle occulte
Mani
Che m’intridono
Mi regalano
La rara
Felicità
Ho ripassato
Le epoche
Della mia vita
Questi sono
I miei fiumi
Questo è il Serchio
Al quale hanno attinto
Duemil’anni forse
Di gente mia campagnola
E mio padre e mia madre.
Questo è il Nilo
Che mi ha visto
Nascere e crescere
E ardere d’inconsapevolezza
Nelle distese pianure
Questa è la Senna
E in quel suo torbido
Mi sono rimescolato
E mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumi
Contati nell’Isonzo
Questa è la mia nostalgia
Che in ognuno
Mi traspare
Ora ch’è notte
Che la mia vita mi pare
Una corolla
Di tenebre
(da in L’Allegria – Vita d’un uomo. Tutte le poesie, Mondadori)
.
La notte della luna in fiore sul fiume di primavera di Zhang Ruoxu (VII sec. d.C.)
Le acque rigonfie del fiume di primavera
s’innalzano al livello del mare,
sul mare, la luna chiara si solleva
Brillante è la luce che insegue le onde
per decine di migliaia di li,
lungo tutti i fiumi in primavera
dove non risplende la luna?
Il loro corso sinuoso serpeggia
la luna illumina i fiori nel bosco
La brina volteggia per l’aria,
invisibile è il suo passaggio,
la sabbia bianca sulle rive
è impercettibile alla vista.
Il fiume e il cielo sono di un’unica tinta
senza un granello di polvere,
nel cielo limpido s’innalza solitaria la luna.
Sulla riva del fiume a vederla
in quale anno la luna sul fiume
iniziò ad illuminare le genti?
L’umanità vive all’infinito,
generazione dopo generazione,
il fiume e la luna ogni anno
E non si sa di chi siano in attesa,
si vede solo lo scorrere delle acque
Passa adagio una coltre di nuvole bianche,
regna una tristezza infinita.
Chi è in viaggio stasera sulla barca?
dov’è la donna nostalgica della torre
Con compassione sopra la torre
irradiando la luce sulla specchiera
Ella avvolge la tenda della sua camera,
ma non riesce a nascondere la luce della luna,
strofina la pietra del lavatoio,
In questo momento guardiamo entrambi la luna,
ma non possiamo sentirci,
vorrei seguire la luce della luna
che scorre sino ad illuminarti.
Le grandi oche selvatiche, capaci di volare lontano,
non portano con sé la luce,
i pesci drago, abili nel saltare sott’acqua
increspano solo la sua superficie.
Stanotte sul calmo laghetto
ho sognato i fiori caduti,
è passata metà della primavera,
peccato che io non possa ancora tornare.
Le acque del fiume scorrono insieme alla
sopra il laghetto la luna cala ad occidente.
La luna calante è ormai sommersa
dal monte Jieshi ai fiumi Xiao e Xiang,
Non si sa con questa luna,
quanti possano far ritorno a casa,
il tramonto della luna e l’affanno del cuore
impegnano gli alberi del fiume.
(dal web)
.
Qui dove scorre il Tara di Angela Greco (2018, inedito)
Scorri dal tramonto al mare,
tra erbe alte e margherite gialle
a bordo strada, senza perdere né
Scheletri d’antica manodopera
si lasciano attraversare dal declino
taglia una differente sorte.
Pochi metri appena ed è miracolo,
fango e santi a fermare l’invasore;
una libellula conquista la saggezza
del giunco, che parla al vento.
.
.
in apertura: Vasily Kandinsky, Fiume d’autunno, olio su cartone (20×30,5 cm); Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
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Grazie!
Diciamolo alla Poesia, ché io, in fondo, faccio ben poco. 💋 grazie a te per la lettura!
Decidi di spendere il tuo tempo per questo; è un lavoro e va riconosciuto 🙂 di niente!
Bel normanno, giungi nella polvere di queste mie ore con la rugiada della tua dolcezza e mi restituisci il sorriso. A te, va riconosciuto il fatto che sei quanto di più vicino ad un angelo ci possa essere in questo web all’opposto. Grazie.
Mi commuovo! Grazie.
L’ha ribloggato su Alessandria today @ Web Media Network – Pier Carlo Lava.