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OLTRE LA RETE: Luca Gilioli
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(i versi sono qui riportati, come dall’autore nell’originale)
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Luca Gilioli nasce il 12 dicembre 1984 a Modena. Consegue la laurea in Scienze della Cultura presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Modena e Reggio Emilia; in merito alla tesi di laurea ottiene 7 riconoscimenti in concorsi letterari nazionali, tra cui il ‘Premio 150 anni Unità d’Italia’ alla XXXIII edizione del concorso Città della Spezia e il ‘Premio speciale Frontiera’ alla IX edizione del concorso Lago Gerundo. Dall’età di sedici anni scrive poesie, con le quali riceve numerosissimi riconoscimenti in concorsi letterari nazionali. I suoi testi sono presenti oggi su quotidiani, antologie e riviste di settore: tra queste ultime «Inchiostro», «Osservatorio Letterario – Ferrara e l’Altrove», «Ellin Selae», «La Masnada», «Prospektiva», «Quaderni padovani di poesia e tecnica», «Gagarin – Orbite culturali», «Vernice» e molte altre, mentre le sue raccolte poetiche s’intitolano Orionidi (Bernini Editore, Modena, 2011) e Dodici (Edizioni Il Fiorino, Modena, 2012). In seguito al terremoto che ha colpito il territorio della ‘Bassa modenese’ nel 2012, ha curato assieme alla scrittrice Roberta De Tomi l’antologia poetica solidale La luce oltre le crepe (Bernini Editore, Modena, 2012), che vanta la prefazione del noto scrittore Giuseppe Pederiali.
Ciao Angela, di nuovo.
La poesia battaglie agli scacchi ha tutto il mio amore, non solo per il motivo evidentemente metrico. Ne ho apprezzato i tintinnii e rintocchi, ma non solo. L’autore è interessante e magnifico in tutto il resto, grazie a te per la proposta.
In ultimo, aggiungo la mia ultima poesia: mi farebbe piacere sapere che ne pensi. Non è nel mio solito stile, ma m’appartiene, nel profondo, allo stesso modo di poesie puramente “romantiche”.
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ESPIAZIONE
E sempre luccicavi cuore | murato fra le spine tacite | d’alte recinzioni di ferro | come di un’elettrica febbre | nella siepe atonale retta | sulla croce dal nudo martire | e mani storpie perforavano | gli spazi all’ombra di grottesco | obliato forse dalla psiche | perché il sangue fatto di luna | nuotasse nel morbo di pioggia | la notte dei capri sgozzati | i cui resti mortali urlavano | trascinati in sabbie e falliti | nell’intento di scrivere ebbri | sulle scale celesti asperse | le lacrime e i fruscii secchi | dal sordido finale estinto.
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Grazie, e mi scuso se mi permetto… sempre. Un sorriso.
Irene R.
grazie per aver portato alla mia attenzione questi tuoi versi; ho commentato sull’originale, sul tuo blog 😀
Vado a leggere il tuo commento, che ho già approvato, e forse ti rispondo più tardi, perché sono un po’ indaffarata.
Grazie Irene! Appena apro il pc risponderò in maniera più approfondita!
Grazie. Un sorriso.
Ti ringrazio, Irene, per le bellissime parole.
E, naturalmente, rivolgo un doveroso ringraziamento ad Angela, per la gentilezza e la disponibilità con cui mi ha accolto, e per la stima mostratami.
Grazie a te, per la capacità di creare versi magnifici.
grazie, Luca, per la condivisone dei tuoi versi!
conosco il gioco degli scacchi e lo schema a formazione finita quasi giocosamente per il tradimento poetico dell’autore di Fanti e Cavalieri traditori ritirandosi il SOVRANO nelle sue stanze agli arresti . protetto da Araldi_Alfieri.
MA è tragica la fine della Sposa imperiale che come Afrodite scende in battaglia per proteggere il suo Enea armeggiando fino a ferirsi per amore materno correndo dal Padre suo Celeste a farsi medicare. Le Sovrane ferite aizzano sempre nuove battaglie e Aphrodite ai vincitori glie lo fece pagare quel vagito di dolore col riflesso ROMA_AMOR sugli scudi specchianti e la rivincita fu vinta senza patta a ricominciare. Scacco matto ad Athena patrona di Athene impostore.
qui ti ringrazio per l’attenzione che rivolgi, Filo, agli autori di questa rubrica; la tua voce svela pensieri e lungimiranze che dovrebbero appartenere a chi si dice poeta. Hai una lucidità d’analisi ed una conoscenza non indifferenti e mi fa piacere che in qualche modo ‘stuzzichi’ gli amici e pure gli ospiti.
SE la cosa ti fa piacere SI. Ma agli autori fa piacere? Lo dico perché molti sI irritano come mettere il dito su di un quadro fresco. La poesia per me è un l’insegnamento che il poeta indica, ci svela, poi per motivi Critici obbliga il poeta ad avere uno stile inconfondibile come il copy commerciale, perdendo spesso il proprio senso dandogli piu importanza del nesso contenuto.
Quando obietto, é il nesso poetico non lo stile molyo amato dai filosofi che usano la poesia per brillare la ptopria arte meditativa. Il poeta non medita. Roporta ciò vhe ha veduyo diventsndo festimtestimone del mondo dibino dsgli umani
si attribuiscono ancora molte prerogative ad un poeta…concordo sul fatto che sia un testimone, il più delle volte scomodo o suo malgrado. Mi fa piacere una voce, come la tua, sì, decisamente al di sopra della media e capace di intessere discorsi utili alla crescita. Grazie!