Vicente Aleixandre, Si amavano

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Si amavano

Si amavano.
Pativano la luce, labbra azzurre nell’alba,
labbra ch’escono dalla notte dura,
labbra squarciate, sangue, sangue dove?
Si amavano in un letto battello, mezzo tra notte e luce.

Si amavano come i fiori le spine profonde,
o il giallo che sboccia in amorosa gemma,
quando girano i volti melanconicamente,
giralune che brillano nel ricevere il bacio.

Si amavano di notte, quando i cani profondi
palpitano sotterra e le valli si stirano
come arcaici dorsi a sentirsi sfiorare:
carezza, seta, mano, luna che giunge e che tocca.

Si amavano d’amore là nel fare del giorno
e tra le dure pietre oscure della notte,
dure come son corpi gelati dalle ore,
dure come son baci di dente contro dente.

Si amavano di giorno, spiaggia che va crescendo,
onde che su dai piedi carezzano le cosce,
corpi che si sollevano dalla terra e fluttuando…
Si amavano di giorno, sul mare, sotto il cielo.

Mezzogiorno perfetto, si amavano sí intimi,
mare altissimo e giovane, estesa intimità,
vivente solitudine, orizzonti remoti
avvinti come corpi che solitarî cantano.

Che amano. Si amavano come la luna chiara,
come il mare che colmo aderisce a quel volto,
dolce eclisse di acqua, guancia dove fa notte
e dove rossi pesci vanno e vengono taciti.

Giorno, notte, occidenti, fare del giorno, spazî,
onde recenti, antiche, fuggitive, perpetue,
madre o terra, battello, letto, piuma, cristallo,
labbro, metallo, musica, silenzio, vegetale,
mondo, quiete, la loro forma. Perché si amavano.

*

Vicente Aleixandre

trad. di Francesco Tentori Montalto; versi tratti da AA.VV. Poesia d’amore del Novecento, Crocetti Editori; immagine: fotografia di Enrico Carpegna

3 pensieri su “Vicente Aleixandre, Si amavano

  1. Questi versi nell’apparente contrasto tra esaltazione e disperazione, tra elegia e dolore, mi fanno venire in mente la complessa e contrastante struttura melodica della Sinfonia Fantastica di Hector Berliotz.
    Perdonami il continuo ricorso alla musica.

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