I versi
Se ne scrivono ancora.
Si pensa ad essi mentendo
ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri
l’ultima sera dell’anno.
Se ne scrivono solo in negativo
dentro un nero di anni
come pagando un fastidioso debito
che era vecchio di anni.
No, non è più felice l’esercizio.
Ridono alcuni: tu scrivevi per l’Arte.
Nemmeno io volevo questo che volevo ben altro.
Si fanno versi per scrollare un peso
e passare al seguente. Ma c’è sempre
qualche peso di troppo, non c’è mai
alcun verso che basti
se domani tu stesso te ne scordi.
*
Vittorio Sereni, Gli strumenti umani – Einaudi Editore
Sei diventata per me il farò che mi indirizza nelle scelta .
Sono andato a leggere i versi di Sereni che hai pubblicato ad Ottobre 2009.
Grazie.
È scappato un accento sbagliato.
Scusami.
Grazie, Luigi!! Anche farò ha un suo perché: “farò questa scelta di poesie, oggi!” ☺