Wallace Stevens (Reading, 2 ottobre 1879 – Hartford, 2 agosto 1955), due poesie
La casa era silenzio e il mondo era calma
La casa era silenzio e il mondo era calma
Il lettore divenne il libro; e la notte estiva
Era il sentire del libro
La casa era silenzio e il mondo era calma
Le parole furono dette come se il libro non ci fosse
Se non che il lettore era chino sulla pagina,
Voleva stare chino, voleva molto tanto essere
Lo studioso a cui il suo libro dice il vero, a cui
La notte estiva è come una perfezione del pensiero.
La casa era silenzio perché così doveva essere.
Il silenzio era parte del senso, parte della mente:
Il passaggio che conduce la perfezione alla pagina.
E il mondo era calmo. La verità in un mondo calmo.
In cui non c’è altro senso, essa stessa
E’ calma, essa stessa è estate e notte, essa stessa
E’ il lettore che a tarda ora chino legge.
(da Transport to Summer, 1946 – dal web)
*
La poesia che prese il posto di un monte
Era là, parola per parola,
la poesia che prese il posto di un monte.
Ne respirava l’ossigeno
persino quando il libro stava voltato nella polvere del
……..tavolo.
Gli ricordava come avesse avuto bisogno
di un luogo da raggiungere nella sua direzione,
Come avesse ricomposto i pini,
spostato le rocce e trovato un sentiero fra le nuvole,
Per arrivare al punto d’osservazione giusto,
dove sarebbe stato completo di una completezza
……..inspiegata:
La roccia esatta dove le sue inesattezze
scoprissero infine la vista che erano andate guadagnando,
Dove potesse coricarsi e, fissando il mare in basso,
riconoscere la sua casa unica e solitaria.
(da Il mondo come meditazione, Guanda Ed.)
immagine d’apertura: fotografia di Ansel Adams, “After Thunderstorm, Garnet Lake”
un poeta che intendo approfondire, grazie
Un poeta che amo particolarmente! Grazie dell’attenzione, Flavio!!
Wallace Stevens ha un rapporto privilegiato con l’Italia.
Il primo volume di sue poesie tradotte è stato “Mattino domencale”, a cura di Renato Poggioli.
Oggi abbiamo la fortuna, oltre ad alcune raccolte, di avere l’opera completa tradotta da Massimo Bacigalupo, che credo sia la prima portata a termine.
Buongiorno Guido e grazie per l’attenzione. Io ho letto e riletto Il mondo come meditazione, tradotto da Bacigalupo, e ne sono rimasta folgorata.
Ho letto questi versi ed anche quelli che hai pubblicato in precedenza e mi chiedo se , oltre alla filosofia della scienza, esista anche a filosofia della poesia.
L’interrogarsi, che è proprio della filosofia, secondo me dovrebbe far parte proprio della natura umana, poesia compresa, in quanto esseri pensanti noi, genere umano che ci occupiamo di qualsiasi materia, caro Luigi. La poesia non può e non deve celebrare solo aspetti settoriali dell’esistenza… un caro saluto, al di là dei pensieri, e grazie per l’attenzione!
Riporto una citazione dell’autore odierno tratta dal profilo FB della carissima Adriana Gloria Marigo che ringrazio:
XXXV
“La sorgente della poesia non è altra poesia, bensì la prosa: la realtà. Ma per percepire la poesia della realtà ci vuole un poeta.”
Wallace Stevens
da Aurore d’autunno
Non ci sono, non ci devono essere steccati. Dovrebbe essere possibile viaggiare nella poesia come nella filosofia o nella fisica. Le divisioni e le specializzazioni sono un portato recente, si sono accentuate in modo vertiginoso nel 900. L’ultimo grande movimento culturale aperto alla molteplicità degli interessi è il romanticismo tedesco. Basti pensare a Goethe o a Schelling o a Novalis. La poesia di Stevens suona come intellettualistica in Italia, dove l’intreccio tra verso e speculazione è desueto per non dire obsoleto. Il mondo come meditazione è un esempio illuminante di un modo di fare poesia che in Italia, fatta eccezione per Leopardi nell’Ottocento o Sinisgalli nel 900, non ha una tradizione radicata, per quanto l’esempio sommo di Dante sia straordinariamente significativo. Mi fa molto piacere questa proposta. Grazie
Ciao Claudio! Sempre lieta di ritrovarti! Grazie a te per il tuo contributo e per l’attenzione! Un abbraccio