Dammi il mio giorno
Dammi il mio giorno;
ch’io mi cerchi ancora
un volto d’anni sopito
che un cavo d’acque
riporti in trasparenza,
e ch’io pianga amore di me stesso.
Ti cammino sul cuore,
ed è un trovarsi d’astri
in arcipelaghi insonni,
notte, fraterni a me
fossile emerso da uno stanco flutto;
un incurvarsi d’orbite segrete
dove siamo fitti
coi macigni e l’erbe.
*
Antico inverno
Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole.
Un po’ di sole, una raggera d’angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d’aria al mattino.
*
In me smarrita ogni forma
Altra vita mi tenne: solitaria
fra gente ignota; poco pane in dono.
In me smarrita ogni forma,
bellezza, amore, da cui trae inganno
il fanciullo e la tristezza poi.
*
Specchio
*
Spazio
Uguale raggio mi chiude
In un centro di buio,
ed è vano ch’io evada.
Talvolta un bambino vi canta
non mio; breve è lo spazio
e d’angeli morti sorride.
Mi rompe. Ed è amore alla terra
ch’è buona se pure vi rombano abissi
di acque, di stelle, di luce;
se pure aspetta, deserto paradiso,
il suo dio d’anima e di pietra.
*
Angeli
***
Salvatore Quasimodo, da “Ed è subito sera” in Tutte le poesie, Mondadori; in apertura: Carlo Carrà, Verso casa (1939)
Una biblioteca è come un cielo stellato. Nella mia, modesta, una delle stelle che brillano di più è la raccolta delle poesie di Salvatore Quasimodo.
Grazie per il rinnovato piacere che mi offri.!! 🌺
anche io amo Quasimodo e ogni volta rileggerlo è emozione!! Grazie a te, Luigi, per la tua cortesia.
Bellissimo! È sempre una grande emozione, grazie! 🌹
Grazie Rosalba 🥰 buona serata!!
🌹Anche a te!