Dmitrij Kuz’min, quattro poesie e una nota sull’autore

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Dmitrij Kuz’min, versi e nota critica tratte da «La massa critica del cuore…»

antologia di poesia russa contemporanea – cura, scelta e traduzione di Massimo Maurizio edita da Mimesis Hebenon, 2013

*

***
In un negozio con esposizione
di elettrodomestici
cinque uomini
con le giacche della divisa color lampone
e facce dozzinali
con vivacità:
.
– Allora hai un maschietto?
– Un maschietto.
– Anch’io. Serëg, e tu?
– Anch’io.
– Quindi solo Lëcha ha una femminuccia?
.
Scelgo un trinciaortaggi
per il compleanno di mia mamma:
ormai, probabilmente, troverà pesante
fare tutto in cucina,
anche se comunque deve sempre spignattare un po’.
.
Qualcosa sulla destra del petto mi fa male.
ovvio, il mio cuore
è sbagliato.
.
.
.
***
in una trasmissione televisiva
sulle vittime della guerra in cecenia
scene dall’ospedale da campo
un ragazzino di circa tredici anni
con le gambe amputate al di sopra del ginocchio
la madre canuta con lo sguardo assente
scosta la coperta
davanti alle telecamere
i moncherini sono troppo corti
si scopre la parte inferiore della pancia
con un brandello di benda
che passa in mezzo alle gambe
scostato di lato
l’ennesima troupe lo riprende
la telecamera scivola lungo il corpo verso l’alto
il ragazzino lancia uno sguardo frastornato
accanto allo spettatore
accanto a me
.
.
.
***
Il cuore
è la coppa superiore della clessidra,
da cui stillano granelli di stelle.
.
.
.
***
La Poesia
deve essere, mi perdoni il Signore,
sgradevole.
Dolorosa.
Con il petto non sviluppato di un ragazzino.
.
Un neo al di sopra della scapola sinistra
è auspicabile.
.
.
.
.

Nella sua lunga attività di editore di poesia contemporanea e di traduttore, Dmitrij Kuz’min ha per lungo tempo trascurato le pubblicazioni delle proprie poesie originali: il suo primo libro di versi è stato infatti pubblicato solo nel 2010, quando l’autore aveva 42anni e circa due decenni di attività editoriale alle spalle; ciò nonostante, circa metà del volume è occupato da traduzioni, prevalentemente di poesia anglofona e ucraina. Queste influenze, in particolare la objective school, hanno lasciato una traccia profonda sulla sua poesia: Kuz’min racconta di un mondo strettamente personale, attuando quella sorta di confessione in versi, propugnata dalle sue correnti di riferimento attraverso un flusso di coscienza ininterrotto, che viola la sintassi, oppure introduce nomi e luoghi ignoti ai più, ma presentati come familiari. Il lettore viene catapultato nel microcosmo dell’autore, vi trova una propria agevole collocazione e si scopre a interagire con l’io lirico in una realtà poetica molto concreta, ma la tempo stesso foriera di associazioni mentali, di infiniti ricordi e visioni, che emergono dagli aspetti banali e quotidiani, come sipari di un mondo reale e tangibile.

L’eroe lirico di Kuz’min è l’abitante della metropoli contemporanea, un compendio di contraddizioni e incongruenze, ma anche di storie e di vite, un alternarsi spontaneo di prodigi e orrori, in cui le brutture della guerra in Cecenia, il terrorismo in Russia, convivono e si avvicendano naturalmente con l’erotismo, i ricordi di bambino, con considerazioni molto personali sulla propria sessualità o sulla poesia, spesso attraverso riferimenti alla cultura del passato. E ognuno di questi temi è un tassello della vita dell’eroe lirico, spesso alter ego dell’autore stesso.

(in apertura opera di Vasilij Kandinskij)

2 pensieri su “Dmitrij Kuz’min, quattro poesie e una nota sull’autore

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