Émile Nelligan, Un lungo grido di corno – cura e traduzione di Roberto Bertoldo, Mimesis-Hebenon Ed.2021.
Émile Nelligan (Montreal, 1879 – 1941) è considerato oggi una voce fondamentale della poesia canadese e più precisamente del Quebec. Talento precoce, alla Rimbaud, scrisse tutte le sue poesie prima dei vent’anni, fino a quando non venne internato in manicomio. (Quarta di copertina)
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Cuori stanchi
I loro occhi si sono spenti nell’ultima notte;
hanno voluto la vita, hanno cercato il sogno
per i loro cuori blasfemi da cui la speranza sempre fugge.
Non hanno mai trovato la linfa vera e buona.
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Invano hanno ucciso l’anima della dissolutezza,
rimangono ancora, spaventosi, i tormenti del Rimorso.
L’Angelo livido si erge e si pone alla loro sinistra,
gli lacera il cuore rantolante fino alla morte.
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Sogni recintati
Rinchiudiamoci malinconici
nel piacevole brivido delle camere,
dove i vasi di fiori di settembre
profumano come reliquie.
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I tuoi capelli ricordano l’ambra
del capi delle vergini cattoliche
nei vecchi quadri delle basiliche,
sugli ori carnali delle tue membra.
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Scoppia la tua chiara risata di smalto
su un vivido scrigno scarlatto
dove si incrosta la noia di vivere.
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Ah! Possa tu verso la speranza calma
far spuntare come una palma
il mio cuore cristallizzato di brina!
~
Un poeta
Lasciatelo vivere così senza fargli del male!
Lasciatelo andare; è un sognatore che passa;
è un’anima angelica aperta sullo spazio,
che porta in sé un cielo di primavera aurorale.
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È una poesia così triste e pura
che proviene da lui in un vortice d’oro.
La stella la comprende, la stella che si addormenta
nel suo candore celeste dai fruscii di trina.
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Non vuole sapere niente, ama senza amore.
Non lo guardate! che nessuno se ne occupi!
Ditegli che è anche vittima del suo destino!
Ridete di lui!…Che importa! bisogna morire un giorno…
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Allora, nel paese dove dimora il buon Dio,
vi verrà rivelato, con amaro rimprovero,
quello che ci fu di candido sotto quella forma semplice e fiera,
e di tristezza in quel grande occhio grigio che piange!
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In apertura: Willem Kalf, “Natura morta con corno potorio e astice”, 1653, National Gallery, Londra.