Due poeti di Leningrado

Gennadij  Ivanovic Alekseev  (San Pietroburgo, 18 giugno 1932 – 9 marzo 1987), poeta, architetto e pittore russo fu il profeta del verso libero in quella che allora era chiamata Leningrado. Pubblicò la sua prima poesia nel 1962 ma i suoi versi considerati diversi per stile non trovarono spazio. Fu Iosip Brodskij a lanciare la sua prima raccolta, Sul ponte, pronta nel 1969 ma edita solamente nel 1976.

*

L’uomo di bronzo

Chinandosi dal piedistallo
ha chiesto un piacere:
per favore
un pacchetto di “Belomor”
e una scatola di fiammiferi!
li ho comprati
li ho infilati sulla mano di bronzo
di notte sono venuto nella piazza
vedo –
volteggia il fumo
non denunciatemi! –
ha detto lui –
me ne sto buono a fumare
è dura per gli uomini di bronzo
ho avuto compassione di lui
ma quanti uomini di bronzo
ciondolano nelle piazze!

29.9.82

(da Poesia, 277, Dicembre 2012 – Traduzione di Paolo Galvagni)

~

Aleksandr Semjonovič Kušner, che Josif Brodskij considerava uno dei migliori poeti lirici russi del XX secolo, è nato il 14 settembre 1936 a Leningrado. Nel 1959 ha terminato la facoltà di filologia presso l’Istituto Pedagogico Statale “Herzen” e per dieci anni ha insegnato lingua e letteratura russa. Membro dell’Unione degli Scrittori dal 1965 e del Pen Club dal 1987.

*

E’ una canzone di Schubert…

E’ una canzone di Schubert, hai detto.
Io la cantavo sempre, non sapendo di chi fosse.
Con essa, sembra, si può iniziare da capo
La vita, già molto simile a un prodigio!

Qualcosa come un usignolo e un triste suono
In un boschetto tedesco – e un suono triste.
La canzone ci è più cara se ha parole semplici,
E senza parole anche meglio, – con forza terrena!

Io la cantavo sempre, così senza motivo
E confondendo le parole malamente.
La notturna tenebra tedesca vi incombe,
E la tristezza in essa è così celestiale.

E poi per anni la dimenticavo.
E poi di nuovo a un tratto ritornava,
Come coprendomi con l’ombra di una quercia,
Tentandomi a ricominciare da capo.

(dal blog Un’anima e tre ali, traduzione di Paolo Statuti, che si ringrazia)

2 pensieri su “Due poeti di Leningrado

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