Quattro poesie di Rocco Scotellaro
*
La terra mi tiene
Lunga strada seppur deserta
dove puoi menarmi non vedo
punto d’arrivo.
.
Scordarmi i vivi per ritrovarli
con tutto il peso che mi porto
della vita che m’è nata
i fiori son cresciuti la luce li accende.
.
Sradicarmi? la terra mi tiene
e la tempesta se viene
mi trova pronto.
.
Indietro
ch’è tardi
ritorno a quelle strade rotte in trivi oscuri.
.
(Tivoli, 1942)
.
.
Campagna
.
Passeggiano i cieli sulla terra
e le nostre curve ombre
una nube lontano ci trascina.
Allora la morte è vicina
il vento tuona giù per le vallate
il pastore sente le annate
precipitare nel tramonto
e il belato rotondo nelle frasche.
.
(1948)
.
.
Primavera
.
Stanotte il cielo è un mandorlo fiorito
e nella valle il cuculo già freme.
.
(1941)
.
.
Sempre nuova è l’alba
.
Non gridatemi più dentro,
non soffiatemi in cuore
i vostri fiati caldi, contadini.
.
Beviamoci insieme una tazza colma di vino!
che all’ilare tempo della sera
s’acquieti il nostro vento disperato.
.
Spuntano ai pali ancora
le teste dei briganti, e la caverna –
l’oasi verde della triste speranza –
lindo conserva un guanciale di pietra…
.
Ma nei sentieri non si torna indietro.
Altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
perché lungo il perire dei tempi
l’alba è nuova, è nuova.
.
(1948)
.
Versi, quelli di Scotellaro, sempre graditi grazie
Scotellaro per me è il ricordo di una terra, la visione di una persona, un modo di vedere il Sud…e mi fa piacere quando viene letto e apprezzato!
Grazie, Flavio
ciao buona giornata
Grazie!! Sereno giorno anche a te…sperando sia meno infuocato del mio 😘