23 aprile: Giornata del libro e delle rose.
La “Giornata Mondiale del Libro”, è stata voluta dall’Unesco nel 1996 con lo scopo di promuovere il “continuo progresso culturale attraverso la lettura, a protezione della pace, della cultura e dell’educazione di tutti i popoli.”
La scelta della data è legata alla coincidenza con due ricorrenze: la scomparsa, proprio il 23 aprile 1616, di nomi fondanti della letteratura mondiale, quali Shakespeare e Cervantes, e la tradizione legata alla regione spagnola della Catalogna, dove già si festeggiava una Giornata dedicata al libro proprio il 23 aprile, nel giorno di Sant Jordi (San Giorgio), patrono, e dove è uso donare, nella stessa data, rose in ricordo di una leggenda.
A Barcellona, secondo la leggenda, Giorgio, cavaliere, sconfisse il drago, salvando il popolo e la principessa minacciati dalla mostruosa creatura; dal sangue sgorgato dalle ferite, il santo fece fiorire immediatamente delle meravigliose rose rosse, una delle quali venne regalata proprio da Sant Jordi alla principessa.
In memoria di questo mitico accadimento, nel giorno dedicato a San Giorgio – il 23 aprile, appunto – in Catalogna si festeggia regalando un libro e una rosa alla persona amata. E anche i librai usano donare un fiore, quel giorno, ai lettori. (notizie dal web).
William Shakespeare
Sonetto n.3
Guardati allo specchio e di’ al volto che vedi
che è ormai tempo per quel viso di crearne un altro,
se non rinnovi ora la sua giovane freschezza
inganni il mondo e rinneghi la gioia d’ogni madre.
Vi è forse donna tanto pura il cui illibato grembo
disdegni il seme della tua virilità?
O forse uomo tanto folle da voler essere la tomba
del suo proprio amore per non aver progenie?
Tu sei lo specchio di tua madre e come lei in te
ricorda il leggiadro Aprile della sua primavera,
così dai vetri del tuo crepuscolo tu rivedrai
a dispetto delle rughe, questo tuo tempo d’oro.
Ma se invece vuoi vivere senza esser ricordato,
muori celibe e la tua immagine morirà con te.
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Sonetto n.46
I miei occhi e il cuore sono in conflitto estremo
per contendersi l’immagine della tua persona:
gli occhi al cuor vorrebbero celare la tua effigie,
agli occhi il cuor contesta la libertà di tal diritto.
Il cuore a difesa adduce che tu dimori in lui
– un tempio mai violato da sguardi penetranti –
ma gli accusati negano tal dissertazione,
dicendo che in loro giace il tuo bel sembiante.
Per attribuir questo diritto si convoca in giuria
un esame dei pensieri che al cuore son fedeli,
e per verdetto loro viene aggiudicata
la parte dei puri occhi e quella del caro cuore:
così: agli occhi spetta la tua esteriorità,
e diritto del mio cuore è il tuo profondo amore.
(Versi dal sito shakespeareitalia.com)
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