Dicembre a Porta Nuova di Leonardo Sinisgalli (Italia, 1908 – 1981)
Mi raccoglie nel suo gomito
Inerte la fredda sera d’autunno.
Scorre deserta sulle foglie
E mi ridesta a ogni tonfo
Dei castagni. Tutto il bene
Che mi resta forse è in quest’ora
Calma che si accerta,
A questa svolta che si gonfia
D’acque perché la ripa si fa stretta.
Poi rotta la dolcezza dell’indugio
Ogni cosa decade con più fretta
E non mi duole l’alito d’ombra
Che mi gela la fronte.
Sopra la spalletta curvo
Mi assale il vento dalla buca del ponte.
*
[Dicembre è sempre stato il mese] di Lars Gustafsson (Svezia, 1936 – 2016)
Dicembre è sempre stato il mese
in cui si smetteva di esistere.
Si diventava una parentesi nel buio, o poco più.
Si accendevano lanterne, lampade e candele.
Ma era evidente
che non bastavano
contro il fiume straripante delle tenebre.
È facile capire
un messaggio natalizio
più pagano, più primitivo:
A qualsiasi costo con torce e fiaccole
riavere una luce solare
il cui ritorno non era mai scontato.
*
Ciò che vorrei donarti per l’avvento di Christine Busta (Austria, 1915 – 1987)
Un suono d’organo antidoto al mattino cupo,
il mio respiro contro il vento gelido del giorno,
fiocchi di neve come promessa di stelle la sera
e una luce per la via di chi era dato per perso,
l’angelo, che nel cuore della notte
annuncia la rinascita dell’amore.
*
Mattino di dicembre di Fëdor Ivanovič Tjutčev (Russia, 1803 – 1873)