
Fossimo rimasti aviatori di sogni… di Gianmario Lucini (1953-2014)
E’ molto facile adunare pensieri
nelle mistiche sere, farne vestiti
da indossare ai galà delle chiacchiere. Il male,
alieno lo senti, lontano. Lontano
la sera non ha più bambini – sciamano
in nuvole rosse, sagome nere –
non ha vestiti l’orrore, non ha voce;
spalanca ingordo il tunnel della gola.
Regrediscono pensieri nel deserto
nessuno li può riscattare prigionieri
per quarant’anni fra le dune e noi, lontani
continueremo i galà delle chiacchiere
come trofei da impagliare nella sera.
Non abbiamo ali: nella sua saggezza
Dio ci fece bipedi lenti, non pose
cavalli di frisia fra terra e terra
se non il profondo pensiero del mare
ed imparammo a varcarlo, il mare
fin dove si spalanca l’infinito
imparammo a volare intensamente
chiudendo gli occhi e ascoltando il vento
(fossimo rimasti aviatori di sogni…)
ed è davvero un tempo buio, il presente
che ci costringe a imitare le talpe
scavare vie nascoste all’occhio dei falchi
sotto confini che Dio non impose
scaviamo la rena soffice che frana
tagliandoci ogni ponte con il sole
per poco pane, un’arma per uccidere
e illuderci così di sopravvivere.
Dal mio guanciale vedo l’alba sul mare
ogni mattino ripetersi il miracolo
dell’origine e mi cruccio
di non poter gioire di tanta bellezza
trepida come il primo amore;
non più dormiente e non ancora sveglio
con il volto mezzo allegro e mezzo triste
m’affaccio al terrazzo e saluto il sole
m’inchino a nuvole rosse, alla montagna
che già si bagna del riflesso del mare
come un bambino in un giorno di vacanza
ma questo cupo basso continuo
non mi lascia scampo: è una voce
che spaventa, una marea che monta
non posso contenere quel sangue
che grida nel nostro silenzio
dai luoghi dove spunta il sole.
E’ questo il segreto dolore
nell’angoscia che non trova
parole da dire nel mondo delle chiacchiere.
Per questa gentile condivisione si ringraziano la sig.ra Marina Marchiori e il sito poiein.it – in apertura: Paul Klee, Luogo eletto, 1927.