
INSIDE THE STONE apre oggi la sua settima pagina di poesia, densa di autori e versi particolari, che accomunano, che parlano d’amore, che invitano alla speranza e al continuare a crederci, in questa poesia che senza alcuna ombra di dubbio ci rende migliori!
Grazie di cuore agli Autori, per le loro differenti espressioni artistiche e buona lettura accompagnata dalle opere di Jack Vettriano (http://it.wikipedia.org/wiki/Jack_Vettriano)
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TANGO
di Mirta De Riz
Mi troveranno il ventuno a primavera
guardar fisso lassù, l’ultima sbiadita stella.
Mi troveranno senza più Poesie né giorni,
lavata di pioggia e lagrime, laggiù nella radura
dove i cervi bramiscono alla luna.
E nessuno saprà della mia ultima voglia di vita,
indossata con calze a rete e bicchieri di sangria.
E del lento blues ondeggiato
aggrappata ad una camicia sudata,
a due occhi senza luce, a due parole ubriache.
Allora vibreranno ancora forti nell’aria le note di un tango,
ultime testimoni vaganti di cieco furore,
alla ricerca di una ormai inutile pietà.
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A volte.
di Italo Zingoni
A volte succede
di trovare l’amore per caso
assonnato su una panchina, deluso
dal tempo che sfiora la sua solitudine
seduto sul legno di una rugginosa altalena
sulla pietra di uno scoglio in un posto qualunque
in un giorno che il vento si è appena fermato
in un minuscolo seme che affonda radici
nella terra che s’imbeve di scorie,
sono forse le storie più belle
quelle che però raccontare non devi
quelle che gli altri non vogliono udire
e che mai potranno vedere.
Resti tu al di fuori di tutto
nel contesto di un sogno che hanno tradito
in un mondo che mai avresti voluto
e che al vivere nega perfino la vita.
In questa partita che ti vede sconfitto
almeno ti resta un amore un po’ trasandato
un volto distratto da un cane randagio
da un segno sul muro che invoca un ritorno,
a volte succede
di trovarlo per caso e raccogliere un fiore
ormai senza radici che si nutre di niente
per farne un gioiello da tenere sul cuore.
A volte succede. (Sempre più raramente !)
(In attesa del 2014 – Inedito – © t.d.r.)
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Siamo noi.
di Franco Floris
Siamo noi che armiamo i potenti,
siamo noi con i nostri silenzi,
livide le nostre paure,
indifferenti scuotiamo le spalle
voltiamo le spalle
e lasciamo sian altri a lottare.
Fitti camminiamo per strada
dal nostro lato del marciapiede
chiusi nel nostro interesse,
sazi della nostra routine.
Paurosi d’ogni cambiamento
circoscriviamo la nostra lotta
tratteniamo le nostre ire,
spegniamo i nostri fuochi sacri.
Soffochiamo in gola
le nostre urla di rabbia,
Piangiamo con occhi asciutti
lontani dall’anima,
paghi del nostro esser giusti.
(Ghilarza, 16 gennaio 2014)
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Osservazione e miseria
di Augusto Salati
Scendo tra le siepi del mondo
A leggere amori senza storia
Orgiastiche sequenze di sesso
Come sfogo frustrato dei sensi
Or dov’è il dolce frastuono
Dei cuori che si cercano
Bruciando il sangue nelle vene
Per piccole incomprensioni
Dov’è l’ansia di attesa, una carezza
Il prolungato guardarsi negli occhi
Prima d’infrangersi sulle labbra
L’ammirazione, la gentilezza
Camminare insieme come farfalle
Le mani strette e delicate
Sui tumulti del cuore…
Sentimenti feriti e umiliati
Da meccanicistici morbi d’amore
Senza amore, non so perché
Una goccia di sperma
È il solo piacere nell’uomo
E nella donna nemmeno quello
A volte, e pure basta,
non all’animale che corteggia
e battaglia per la sua amata
l’amore è molto di più
è un vestito lento di primavera
che riveste il ramo di bellezza
prima di vederne il fiore.
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L’io
di Antonella Troisi
Mute parole scorrono
nel rivolo di una pioggia salmastra,
immagine di un negativo dell’io
che prosegue la sua corsa
su uno schermo buio
inseguendo sprazzi di luce
speranza di ritrovare
la strada.
Sono al timone dell’orsa minore.
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Canzoni di speranza
di Franco Floris
Vorrei cantar canzoni di speranza
gonfie di gioia, ebbre di allegria,
che guardino alla vita come a un gioco,
che siano facili, e di compagnia.
Da cantare la sera con gli amici
davanti ad una tavola imbandita,
oppure attorno a un fuoco sulla spiaggia
sfiorando una chitarra con le dita……
Ricordi, amica mia, quando il sorriso
nasceva non dal labbro ma dal cuore?
Ricordi, amica, quelle ore passate
a parlar di filosofi e poeti,
di classi, di studenti e di cazzate?
Non so cosa ha strappato dal mio cuore
il sorriso, e la vita, e l’allegria
e ha piantato una selva di dolore.
Vorrei rider con te, amica mia,
come vorrei tornare a esser sereno
come eravamo noi sopra quel treno!
Invece ora ti sento andare via,
ora quel treno mi porta lontano,
ti vedo triste là, nella stazione
salutare con un cenno della mano,
e intorno a me solo desolazione
in questo treno senza direzione
senza un arrivo e senza compagnia.
E in fondo al viaggio vedo un tunnel scuro
ed il ricordo aggiunge pena a pena.
Non posso (voglio?) fare un movimento
e scuotermi di dosso la catena
che m’inchioda a un treno disperato
che mai non resta e mai
sarà arrivato.
(Borore, primi di novembre, 2010)
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Senza titolo
di Augusto Salati
Stavo un giorno passando
tra i miei ricordi a brandelli
Una montagna di storie
Che non mi amavano
Fuggivano davanti a me
E ne ero felice quando
Una voce sottile, un ricordo
Di quelli che scuotono
S’alzò come un fiore
E quasi timido mi disse:
E di me, di me hai dimenticato
La stagione che osavi
Dire divina sopra ogni cosa?
Non risposi, ma lo presi
Con me quell’episodio
E lo condussi dove il fiume
Scorreva ancora vivo
Nel letto del nostro amore
Fu subito notte e la luna
Scese tra la frutta del melograno
Che mangiammo a grani
Con i baci della tua bocca
E della mia, ricordi
Fiorellino amoroso?
Nel vento della notte
Fummo come gli innesti
Di primavera avvinti
Da tralci di vitalba
Che ci armò di caldo fuoco.
Poi ci lasciammo
Per paura di morirne
E tu peristi davvero mio tesoro
Ma non d’amore, non d’amore…
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allegati:

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“Cercarti poesia, nei luoghi di miseria
nei deserti dell’anima, dove non pulsa il cuore.”
(Antonino Caponnetto)
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“lascia pure che per il mondo possa essere ombra / Poesia
noi sapremo riconoscerti in carne e sangue / ancora”
(fotografia di Orny Ma – versi di AnGre)
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