Due poesie di Arthur Rimbaud
Sensazione
Le sere turchine d’estate andrò nei sentieri,
Punzecchiato dal grano, calpestando erba fina:
Sentirò, trasognato, quella frescura ai piedi,
E lascerò che il vento m’inondi il capo nudo.
Non dirò niente, non penserò niente: ma
L’amore infinito mi salirà nell’anima,
E andrò lontano, più lontano, come uno zingaro
Nella Natura – felice come con una donna.
*
Le mani di Jeanne-Marie
Jeanne-Marie ha mani forti,
mani scure che l’estate abbronza,
mani pallide come mani di morti
– sono queste le mani di Juana?
Han forse preso le brune creme
sui mari della voluttà?
Si sono immerse nelle lune
negli stagni delle serenità?
Hanno bevuto i cieli barbari,
calme su incantevoli ginocchia?
Hanno arrotolato sigari
o trafficato diamanti?
Sugli ardenti piedi di Madonne
hanno forse appassito fiori d’oro?
È il sangue nero di belledonne
che nel loro palmo esplode e dorme.
Mani cacciatrici di dìtteri
le cui azzurrità vibrano
aurorali, verso i nettari?
Mani decantatrici di veleni?
Oh, quale Sogno le ha afferrate
nei loro abbandoni?
Un sogno inaudito di Asie
di Khenghavar o di Sion?
– Queste mani non hanno mai venduto arance,
né si sono scurite ai piedi degli dei:
queste mani mai hanno lavato le fasce
di pesanti neonati senza occhi.
Non sono mani di cugina
né di operaia dalla fronte ampia
che brucia, nel fetido bosco d’una fabbrica,
un sole ebbro di catrame.
Sono curvatrici di schiene,
sono mani che mai fanno male,
più fatali di macchine,
più forti di un intero cavallo!
Irrequiete come fornaci
e scuotendosi di brividi
la loro carne canta Marsigliesi,
non gli Eleison!
Potrebbero stringervi al collo, o donne
malvage, stritolarvi le mani,
nobildonne, le vostre mani infami
piene di bianco e di carminio.
Lo splendore di queste amorevoli mani
fa girare la testa alle pecore!
Nelle loro falangi saporite
il grande sole mette un rubino!
Una macchia di plebaglia
le brunisce come un seno di ieri:
il dorso di queste Mani è la terra
baciata da tutti i fieri rivoltosi!
Sono impallidite, meravigliose,
al gran sole carico d’amore,
sul bronzo delle mitragliatrici
attraverso l’insorta Parigi!
– Ah! Talvolta, o mani benedette,
ai vostri polsi, mani dove tremano le nostre
labbra mai disincantate,
stride una catena con due chiari anelli!
E c’è uno strano soprassalto
nel nostro essere, quando talvolta
vi si vede sbiancare, Mani d’angelo,
quando vi fanno sanguinare le dita!