ci sono trasparenze
che lasciano
in tatto il giorno
.
ombre perdute
tra fogli(e) da rincorrere
in questo vento
che sta passando
.
(Angela Greco)
Come mancasse qualcosa.
Il pezzo mancante di un puzzle. Un impulso impossibilitato a scattare, una vista sbiadita, un cuore stanco…
La scatola di un cervello ormai troppo consumata per essere ancora aperta. Una macchina mal funzionante; la suola di uno stivaletto davvero chic da riparare…
Uno strato di pelle assente. Un’età eccessiva (forse) per un adulto imbavagliato; una farfalla in bianco e nero o una libellula costretta …
…e una vita ancora d’avanti in un tempo uggioso.
Fuori piove e dentro e’ inverno.
*
un bell’esempio di quella che si potrebbe definire ‘prosa poetica’, quello del nostro autore, che con i suoi vent’anni ancora da compiere conduce il lettore in metafore immediate e schiette, come il suo sguardo su questo mondo incomprensibile di adulti incomprensibili, sempre troppo stretto per ali che vogliono solo aprirsi sul domani…Immagini di grande impatto, quelle proposte in questo breve testo, ma capaci e coinvolgenti; una voce che vuole esprimere la sua presenza, cercando la collocazione più consona in questo contesto che ci è stato affidato e che chiamiamo ‘vita’. (A.G.)
dopo anni il giocattolaio in modo pessimo getta per strada quella bambola bellissima che in modo protettivo e maniacale teneva sempre su uno scaffale senza mai darle la libertà di muoversi…
ed ora si perde nel traffico ed ha difficoltà – ora! –
a privarsi della sua verginità nella realtà…
.
– in mezzo ad una strada – quella bambola bellissima
*
la scrittura svela sempre, anche inconsapevolmente, la sensibilità e la “capacità visiva” che l’Autore ha nei confronti della realtà con cui viene in contatto…in questo percorso tra prosa e poesia Francesco Bax mette già (e bene) in evidenza proprio il suo sguardo, la sua capacità di percepire ed esternare in metafora ben riuscita una realtà dura, difficile, che sottolinea quella voglia di libertà e di lealtà che solo ad un passo dai vent’anni si può avvertire in questo modo così totale e coinvolgente…
un coraggioso e bellissimo scritto che merita tutti i complimenti del Sasso! (A.G.)
[…] a fatica stormiamo, ancorate a un autunno
di rami e anime
e venti che opprimono
sullo sterno degli alberi
ci appuntano a volte due cuori, una freccia
d’adolescenti graffiti
il resto è pena che preme
è piede che sfonda
il verde e la voglia.
*
l’intero componimento su http://krimisa.blogspot.it/2012/09/abbozzo.html
quante sfumature chiamate a raccolta
ha questa bocca
d’autunno
esplosa
e vedo che altro sta bruciando
e sale tra le foglie
un respiro, avvinto, di terra
.
nel sogno di luce
sbigottita per tanto chiarore
il tuo Cantico è segno
peccato che al risveglio
ogni parola-corteccia
sia svanita
*
[parole in libertà, guardando la fotografia di Romina Dughero]
.e c’era del pizzo bianco a coprire le forme arrotondate.
in trasparenza era un tuffo al cuore l’immaginazione
senza toccare un briciolo di pelle
sotto l’orlo del vestito .lungo per l’occasione.
i passi erano mosse studiate a lungo
sulla scacchiera lucida di vita
dove le prime gocce timide e impacciate
sostavano sospese nell’aria e solleticavano appena
i lunghi capelli raccolti sulla nuca
gli occhi intravedevano da lontano
le prime foglie volteggiare disorientate
e farsi tappeto aranciato a questo girovagare
senza meta
in punta di piedi nascosti alla luce autunnale
sulla strada grigia di pensieri sparsi
era impresa ardua raccoglierli uno ad uno
anche per me che di te ammiravo la pazienza
e la forza sovrannaturale delle parole di circostanza
suggerite da un indovino senza scrupoli
il mio sguardo ogni volta oltrepassava il limite
del tuo corpo .in altezza . .verticale sull’asfalto.
umido di pioggia .di noi. e dei nostri sospiri
e volava in alto
una mano di bambina colorava senza scomporsi
origami a forma di cuore appesi alla finestra
smaniosi di via
i miei pensieri erano foglie secche
che scricchiolavano sotto l’eco sordo
di passi pesanti .incapaci di volare oramai.
[Erba, 22 settembre 2012]
Inizio d’autunno senza pioggia
non hai vestito il nero del distacco
mi tieni compagnia coi ricordi sfitti
le rughe a solcare il viso.
La marea del tempo li copre
e versi es –temporanei
lievitano senza peso né sintassi
entrano escono dalle pupille
voli e chiacchiere
fino all’ultima nuvola di stagione.
[2009]
Autunno
scuola di campagna
si fa lezione in un granaio
fa capolino un topolino
è un alunno speciale
Inverno
per la neve si sta a casa
innanzi al camino
si rammendano le calze
i soldi son pochi
Primavera
è un rifiorir di cuori
Estate
riva di un fiume
nell’acqua si rinfresca
una mamma con un bambino in braccio
Piange l’estate
fra le ciglia del sole:
lieve è il suo canto…
Autunno s’innamora
di lacrime e di luce.
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Il tanka (letteralmente “poesia breve”) è un componimento poetico d’origine giapponese di 31 morae; a partire soprattutto dal XVII secolo, i primi tre versi iniziarono ad essere usati come una poesia a sé, dando così vita all’haiku. È formato da 5 versi di 5 e 7 morae così disposti: 5, 7, 5, / 7, 7. È diviso in due parti: i primi tre versi formano il kami no ku ( strofa superiore), gli ultimi due lo shimo no ku (strofa inferiore); le due parti devono produrre un effetto contrastante. [dal web]
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