Angela Greco, Angelo Bruno, Sergio Angeli, Flavio Almerighi, Alfonso Graziano.
Cinque Autori che, nell’ambito della poesia, messisi assieme per una silloge di estrema attualità, raggiungono traguardi di vero interesse stilistico-emotivo; sintagmatico-contenutistico. L’opera è preceduta da una introduzione che fa, con tutta la sua energia figurativa, da antiporta a poesie di intensa vivacità partecipativa. Il tema è su questa pandemia improvvisa e sconvolgente; e lo spartito si diluisce in versi ben costruiti; di forma compatta e avvolgente, dove gli Autori non cadono mai nella trappola del mielismo o dello scontato; tutto è controllato con acuta esperienza verbale; mai si scade in deviazioni formali dacché costruzioni ben robuste evitano che le emozioni esondino oltre gli argini. Non è facile affrontare in poesia un argomento tanto attuale senza correre il rischio di cadere nel déja vu. Ogni poeta, con la propria incisiva personalità, evita tale rischio offrendosi al lettore con composizioni convincenti, di calore umano e di esperita riflessione vitale. Il contenuto, oggetto di triste contaminazione per le morti che ne conseguono, per avvenimenti che imprevisti e letali sovvertono la vita creando inquietudine e dolore, trova posto in una versificazione reificante stadi d’animo di forte impatto creativo. Dovessi classificare tale tipo di poesia non la inserirei di certo nella corrente minimalistico-prosastica, quella che mira alla spersonalizzazione, alla eliminazione del soggettivismo, dacché qui c’è una partecipazione intensa e attiva; una presa di posizione personale e fattiva che rende il tutto emotivamente acchiappante.
Si ringraziano di cuore gli autori – Flavio Almerighi, Sergio Angeli, Angelo Bruno e Alfonso Graziano – per aver aderito, con sensibile partecipazione, a questa condivisione che oggi, 5 maggio, data poetica ed emblematica, dedichiamo e doniamo ai lettori, come atto finale e atto iniziale, al contempo, di un particolare momento storico. Per leggere l’ebook-pdf basta scaricarlo gratuitamente, cliccando sul titolo sotto l’immagine d’apertura. [AnGre]
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“[…] Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia”
Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia (Torino, Einaudi 2008).
Cerca di non piangere
Ancora
Anima mia
Questa coltre nera abbatterai
Non può esserci tristezza oltre questa nube
Muto intenso cemento
Sembra invalicabile
Grigio grigio freddo come non mai
Queste ali sono solo stanche
Vedrai…
toccheranno nuovi cieli
Disegneranno vortici di colori
tra le nubi di cotone.
Vedrai…
Alzati ora in un battito d’ali
E Tendimi la mano
Andremo via senza più lacrime.
Sergio Angeli, 25.04.2020 – inedito
si ringrazia l’Autore per la gentile concessione dei versi e dell’immagine
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[…]
…su tutto, nel bianco/nero di giornate uguali a se stesse, il cielo e i suoi colori, nella finecorsa di un giorno, che scorre e trascorre tra sostentamento e gioco(forza). Torri di pazienza erette a guardia di quel che non si conosce e che pure abita accanto noi, fieri baluardi di domande, paure e speranza…
Angela Greco, da Questotempodivirus, 19.03.2020 – inedito
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— In apertura: opera e fotografia di Sergio Angeli —
PLURALI, a cura di Angela Greco, è il video realizzato con gli estratti dai contributi dell’evento IO AL PLURALE FA NOI (qui) – 2 anni di collaborazioni per Il sasso nello stagno di AnGre – i testi completi sono interamente visionabili sul blog nei giorni dall’8 al 30 marzo 2014
GRAZIE A TUTTI!!!
“Il sasso nello stagno fonda la sua azione sul credere che ci siano utilità maggiori — definite non a caso inutilità dal contesto sociale – e maggiormente necessarie di quella meramente economica e per questo ogni giorno propone con perseveranza “briciole”, presenze minime, per la parte più vera, meno curata e più dimenticata dell’Uomo; perché Poesia, Arte, Letteratura sono ancora assolutamente necessarie per la costruzione di quel plurale che può ancora designarci Persone.”
AnGre
Nella città delle avide speranze
mi lascio accarezzare da dolenti occhi.
Inquieti bagliori di luce riempiono
innumerevoli vie.
In the city of greedy hopes I let myself be caressed by sore eyes. Restless flashes of light fill countless ways.
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opera: Bellezza 01
dal ciclo: “Quel che fa paura è l’astratta bellezza triste e lontana sempre più dai miei sguardi inquieti.” – tecnica mista su faesite cm 102×107 – anno 2013.
Sergio Angeli
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nota: in questi giorni alcune opere dell’artista sono esposte in una personale a Roma intitolata SIMULACRO, presso Spazio Ginko, via del Colosseo 24.
Visual Art è termine assunto dalla più classica dicitura “Arte Visuale”, entro la quale vengono da sempre riuniti Disegno, Pittura, Scultura, Architettura a cui si aggiungono le arti decorative, come l’arte Ceramica, L’Interior Design, la creazione di gioielli, le lavorazioni artistiche dei metalli e del legno, inglobando a sua volta le nuove forme di Arte visuale come i film in CG, Branding Emotion, Printmaking, Arte digitale, Videoarte e Fotografia digitale.
Videoarte e Arte digitale sono gli argomenti di questa nostra digressione odierna, nell’ambito della quale presentiamo un video-lavoro dell’artista Sergio Angeli (http://www.sergioangeli.com/) insieme con il video di un altro gruppo, come esempi pratici di questa espressione artistica dei nostri tempi.
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L’inizio può essere collocato negli Anni Trenta del secolo scorso, quando in America si diffondono, a livello pubblico, la Radio e la Televisione e gli artisti iniziano ad intervenire nei medium televisivi. Precedentemente, però, la tecnologia aveva già attratto i Futuristi, i quali avevano intuito la capacità dei nuovi mezzi di comunicazione di massa di creare un’arte senza spazio e senza tempo, non più legata e limitata alla materialità. La televisione, poi, negli Anni Cinquanta diventa un mezzo per creare le prime alterazioni del linguaggio, così da poter gestire, in proprio, la produzione dell’immagine e ancor più, successivamente, attraverso l’uso di telecamera e videoregistratore: il tubo catodico sostituisce la tela e il video permette modalità inedite di comunicazione attraverso il ritmo, la luce, il colore, la possibilità di manipolare il segnale elettronico, creando configurazioni visive diverse, giochi cromatici e combinazioni infinite di forme e colori.
Una prima svolta importante avviene con la nascita dei video tape, considerati come oggetti d’arte e venduti anche nelle gallerie d’arte e con questi nascono anche le video installazioni: questa rivoluzione partita dall’America vede affiorare i primi fenomeni in Italia negli Anni Settanta, ma la mancanza di interesse per il video, la confusione dei suoi usi e la totale inesistenza di strutture pubbliche a cui riferirsi, favorisce un progressivo allontanamento del mezzo in campo artistico fino all’avvento del digitale, che permetterà una visione virtuale in cui l’immagine potrà essere prodotta o simulata dal nulla, così da poter creare un mondo mentale e uno spazio concettuale.
Queste attuali tecnologie, rilanciano in termini maggiormente costruttivi le utopie delle avanguardie artistiche del Novecento, che auspicavano la conquista della libertà di utilizzo dei mezzi e degli strumenti di comunicazione; libertà che, poi, raggiungeranno il massimo dell’applicazione con l’uso del computer, sempre più interattivo e facilmente utilizzabile. I computer e tutti i suoi supporti digitali, oggi, intervengono in parte o totalmente, in tutte le forme creative, dall’Arte digitale alle video installazioni, dalla video sculture in 3D alla videopoesia e poesia elettronica.
In questa sede abbiamo preferito non addentrarci nell’aspetto tecnico delle applicazioni, che si presentano molto specifiche grazie all’uso di innumerevoli programmi esclusivi per ogni tipologia di espressione, scegliendo di inserire i due precedenti video come esempi pratici su questo argomento, che attualmente apre una diatriba sul fatto che possa o meno trattarsi di vera arte, anche se ormai viene quasi unanimemente considerata tale.
L’arte e la poesia non vi sembrino fuori luogo in un momento come questo, nel quale la Natura dà sfoggio del suo essere anche matrigna, perché esse sono risposte necessarie all’altra parte dell’essere umani…
“oltregrigio un cielo confuso dal sordo tuono irreale dilaga negli occhi in un’attesa d’acqua aspettando nuovo mattino” | AnGre
[dedicato agli Amici e alle loro Terre devastate dall’ondata di maltempo abbattutosi nelle ultime ore sul nostro Paese]
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Andrea Pirani Il teatro – acrilico su tavola 90×90.
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Shakespeare: L’Evergreen – “Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti” (Iacopo: atto II, scena VII) [by Andrea Pirani]
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Esistenza.
di Franco Floris
Chi sono io?
Dov’è il mio nome?
Dove sta scritto, ch’io possa vedere
l’alba e il tramonto della mia esistenza
e lo scopo, il motivo e la ragione,
della stagione mia la vera essenza.
Dove dormiva l’anima mia un giorno?
Da quale fango coniò la mia figura
un dio, e che dio? Da quale raggio
scaturì la scintilla che mi brucia?
Perché palpita il cuore mio selvaggio,
laddove la ragione si confonde
ed il mio cieco istinto non arriva?
Rimani, oh cuore, cullati nell’onde
del mare eterno a cui non c’è riva.
Ghilarza, novembre 2013
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Sergio Angeli, Vocazione 09, dal ciclo PRESAGI E MUTEVOLI ESPERIENZE INFIERISCONO SINO A DIVENTARE DOLORE SOTTILE.
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(mulini a vento)
di Cettina Lascia Cirinnà
hai lottato a lungo
contro i mulini a vento
della mente bambina
guardavi nascosto
dietro la tenda
del salotto buono
i tuoi pensieri appollaiati
sui rami più alti del pino
in attesa di prendere il primo volo
aspettavi paziente le istruzioni
provavi ad aprire e chiudere le ali
ma ogni volta il corpo
pesante zavorra notturna
ti trascinava a terra
i tuoi occhi fissavano
.con insistenza.
le nuvole bianche al di là
della finestra aperta
(un sogno lontano da raggiungere) –
Poesia inserita nell’antologia del Premio Letterario in memoria di Lorenzo Cresti
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Romina de Lisio – Girasoli, olio su tela
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Tanka di Anna Alessandrino
Cade la pioggia
e tintinna sui vetri
mentre già il vento
sullo spartito studia
altri appropriati accordi.
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Elementi, fotoelaborazione di AnGre
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Brezze di mare.
di Franco Floris
Brezze di mare portano profumi
di sandalo e d’incenso e di lentisco
il fascino possente dell’Oriente
s’intrufola fra i rami
d’aspri ginepri inginocchiati al vento.
Ringhia, ruggisce, mugghia attorno il mare
e gli scogli martella con furore
come un ritmato battito di cuore.
Fuggono in cielo spaventate nubi
ricamate dal volo dei gabbiani
vuoto ora il nido nelle torri immani.
Siedo pensoso lì fra l’aspre rocce
e dico alla mia anima: respira.
Ghilarza, novembre 2013.
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Gianfranco Sergio – L’isola degli artisti, 2007,olio su tela,70×100 cm
Il sasso nello stagno presenta la seconda pagina del suo progetto interattivo lanciato la settimana scorsa (clicca qui), la seconda micro antologia realizzata con le espressioni artistiche proposte dagli Amici nello spazio omonimo del socia network blu.
Poesia e pittura che raccontano giorni particolari: lavori realizzati nel corso di un tempo che ha lasciato un segno nella sensibilità di chi non lo ha vissuto solo per obbligo, ma ha voluto dire la sua, con carattere e decisione, fermando il momento da donare, poi, anche a noi.
In questa seconda pagina leggeremo poeti non per caso e fruiremo delle emozioni visive di pittori professionisti, che hanno scelto di essere insieme in questo luogo per essere alternativa e risposta, come tutta l’Arte deve saper essere, a questo presente d’incertezza e instabilità. Perché siamo tra coloro che, nel raccontarlo in tutto quel che è, credono che l’Arte e la Poesia davvero potranno salvare il Mondo.
Buona lettura e grazie a tutti per la preziosa presenza. [Angela Greco]
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Andrea Pirani – Indifferenza acrilico su tavola 90×90
“Quanta indifferenza, quanta solitudine in questo nostro viaggio dello spirito attraverso la materia!” (Andrea Pirani)
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Vulnus.
di Franco Floris
Vulnus
ferite aperte
gocciola
il mio sangue amaro
ombre
di infinita tristezza
chiudono
il mio animo.
(Borore, 25 ottobre 2013)
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Come un ruscello.
di Franco Floris
Come un ruscello svelto d’acqua chiara
ridono le mie lacrime nel sole;
la mia anima lenta non impara
a difendersi dalle parole.
(Oristano, 15 marzo 2011)
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Nadia Rosati – Con occhi di bimbo, acquarello e tecn. mista su tavola
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[Vomito boschi dalle erbe odorose]
di Davide Cortese
Vomito boschi dalle erbe odorose,
unicorni dalle storie millenarie.
Con un solo filo dei miei pensieri
giovani marinai dimenticano il mondo
intrecciando con dita di scheletro
gasse degli amanti e nodi dai nomi
che i loro figli mai nati
non smettono ancora di inventare.
Ciò che si muove nel mio ventre
è l’intero mondo,
bagnato fradicio, fino al cuore di fuoco,
dalla pioggia splendente della vita.
Ma sarò solo una gabbia d’ossa
se ora tu non verrai ad amarmi.
Sarò il cimitero dei miei popoli iridati,
degli arcani baciatori,
dei miei incendiari poeti.
Sarò maestoso nubifragio di tristezze
se solo tu ora non verrai.
(ANUDA – Aletti Editore, Roma, 2011)
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Sergio Angeli – Mio mondo_00 dal ciclo Giostra di vita, destino mio che pulsa. Inchiostro e acrilico su carta 42×30 anno 2013
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Non conosco fiori.
di Franco Floris
Non conosco fiori
ma solo dei colori
buttati stancamente
tra le spine.
Non conosco la luce
ma solo dei lampi
fugaci, vuoti crampi
nella notte.
Non conosco amori
ma solo gusci vuoti
maschere senza volto
occhiaie vuote.
Non conosco il tempo
ma ore senza giorni
albe senza tramonti
e senza notti.
Non conosco poesia
ma rime senza cuore
cuori senza dolore
né allegria.
Là dove il vuoto
tende la sua mano,
là dove il nulla sposa la follia,
la dove la vita scende piano
a cercare la fine
della via.
(Borore, 1 novembre 2013.)
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Beatrice Riva – In Astrale, olio su tela, cm120x100
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VOLTI
di Antonella Troisi
Ti cerco fra sconosciuti volti anonimi
i miei occhi disperati
non hanno più la forza di muoversi
dove sei amore mio?
dove sono le tue promesse?
Indugio fra la folla
in-consapevole che il mio sguardo
mai più s’incrocerà con il tuo
dove sei amore mio?
dove sono le mie illusioni?
Giorni, mesi, anni son trascorsi
saprò riconoscerti fra sconosciuti volti?
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Kostia – Velina, tecnica mista su sughero (china, acrilici, smalti e oro liquido, cm 62×92)
Tavola esangue I, pennarelli e china su carta cm42 x30, 2013
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La rubrica Arte in presa diretta è lieta di presentare questa collaborazione artistico-letteraria tra Costantino Piazza e Angela Greco – espressione del comune intento di proporre l’Arte a 360° e con lo sguardo al suo significato più autentico – una doppia scrittura redatta per Sergio Angeli e la sua opera “Questo è il mio martirio”, tavole in bianco e nero con testi abbinati, Collana Animarte – Edizioni Lulu.com, 2013
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Prefazione a “Questo è il mio martirio”- tavole e testi di Sergio Angeli (a cura di Costantino Piazza e Angela Greco)
Nell’opera segnica di Angeli assumono fondamentale importanza la gestualità svuotata da qualsiasi valore formale, evidenziata anche dai testi che accompagnano le tavole, da cui si evince quell’ incomunicabilità tipica dell’Arte Informale. Si nota l’accostamento alle tematiche legate alla produzione industriale, che mira a mettere in risalto l’adeguamento del vivere dell’Uomo in relazione alla meccanicità dei gesti correnti. Un’arte, quella di Sergio Angeli, “informale” non solo nell’immagine visiva, ma anche mentale concepita di immediatezza e istintività quasi violenta, che nasconde una sensibilità interiore libera, tesa alle estreme conseguenze, quasi una volontà di ridurre al minimo i cromatismi fino ad azzerali apparentemente con intento distruttivo, ma nella realtà atti a far trasparire l’anelito alla ricerca di dolcezza e amore per il creato. (Costantino Piazza)
La scrittura di Angeli fin dal titolo e dalle prime esternazioni, porta in sé la sensazione di viaggio \ spostamento da un punto di partenza ad uno di arrivo (Un tempo afferravo le stelle e ne facevo opere sublimi. \ Ora le stelle fanno di me un grigio bozzetto) e tra questi tutto il percorso appare sotteso all’intera scala cromatica racchiusa nel grigio-dominante.
È un procedere in una sorta di reale attraverso visioni alle quali via via s’aggiungono parole e forme in via di definizione; non ha, l’autore, velleità di versificare il suo sentire, ma lo affida al foglio a completamento del suo lavoro pittorico, espressione artistica nella quale si identifica maggiormente.
Questa è vita. \ Sacrosanta parvenza.. a dire di un tutto che non soddisfa nel suo essere estremamente distante da quanto si sente e si è dentro, distaccando l’opera in un dualismo-trialismo su fondo bianco riconoscibile anche nei testi che, pur sfiorando temi e ambienti differenti, rimandano il lettore \ osservatore ad un costante malessere in espansione. Nel procedere man mano si accentua la sensibilità della visione stessa, fino a sfiorare l’esasperazione e la parola coinvolge e ingloba sempre più in profondità, come si osserva \ divenendo partecipi nel segno grafico, in una separazione netta dei colori, dai quali sembra emergere ancora informe l’oggetto dell’attenzione.
Quanto è profondo questo abisso? è la domanda che accomuna chi ha scritto e chi legge, inducendo ad interrogarsi sul bisogno di cui è permeato l’intero scritto: Angeli pone il suo dire a cerniera tra se stesso e le esternazioni profonde, concretizzate in pittura; i testi emergono nel corso dell’atto creativo per recare maggior forza a quest’ultimo e raccontare altro del suo creatore. Si arriva, così, ad una svolta quasi inaspettata, mirabilmente resa in parola, dove si giunge a leggere che svelare i propri sentimenti è un rischio eccessivo. E s’apre, breve, uno spiraglio indispensabile per non denaturarsi, quasi a decriptare il bianco presente in ogni tavola e tra toni scuri un amore compare a dare parvenza di luce e forse risposte ad un bisogno primario. Ma è solo un momento da incasellare in quello presente del vivere-nonostante-tutto, un corpo \ spazio incerto e per questo non meglio definito. Un corpo al quale, però, si riconosce il saper e il voler ricordare, oltrepassando in tal modo lo status di materia fino a fermare il tempo nell’immortalità anelata ed intrinseca all’arte stessa. (Angela Greco)
Tavola esangue III, pennarelli e china su carta cm 42x cm 30, 2013
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Sergio Angeli, nasce a Roma il 13 gennaio 1972; è artista dedito innanzitutto alla pittura, ma si occupa anche di installazioni, scultura, scenografia, fotografia e poesia.
Nel 2004 pubblica una serie di poesie in antologia; nel 2005 si dedica alla fotografia e nello stesso anno da una sua idea nasce la rivista indipendente “Animarte”; contemporaneamente fonda il laboratorio artistico “Officina Dentro”, con il quale pubblica l’Antologia delle Risorse Artistiche del Territorio. Pubblica, inoltre, disegni e poesie sulla rivista indipendente “Animarte” e su “Rizoma”. Nel 2007 partecipa alla Rassegna di Fotografia “Quello che non diciamo”; fonda il laboratorio artistico “Intro_Lab” insieme a Danilo Capolei, grafico e poeta, e nello stesso anno realizza mostre di fotografia. E’ presente sul volume “Apogeo, Rassegna delle Arti” edito da “Lulu” a cura di Flora Contoli. Due sue opere vengono pubblicate sul volume “Avanguardie Artistiche”e a giugno 2008 fonda l’Associazione Culturale “PassOver Lab”. Si occupa, inoltre, di scenografia e installazioni-video. E’ presente sul libro “Quotazioni dei pittori italiani”, su “Avanguardie Artistiche 2008/2010” e su “L’Elite 2010”.