Così è nata la fiaba di Alice.. (Salvatore Fuggiano)

Così è nata la fiaba di Alice,
Di fretta, in un giorno infelice,
In una stanza, che poi era questa,
La raccontavo a un’intera Foresta.
E quando la storia sarà terminata
… Sotto ogni Aspetto sarà cominciata.
Questa storiella di Alice rimane
Soltanto un sogno di vicende lontane,
Solo un ricordo, un rifl esso malato,
Un rapido scorcio su un altro passato.
Un mondo, un tempo, perduto e tradito
La cui Storia adesso diventerà Mito.
… si smarrì.

n°6 (sassolini)

Ho vissuto giorni di lungo respiro

Se ora m’accade d’intender male il Tempo

lascio andare via il nodo

Di tanto in tanto temo che non torni più

quel fuoco che m’infiamma in un secondo

In un robusto perdurare ardente

[Federica Galetto (Nightingale)]

La persistenza della memoria ed altri orologi molli (Salvador Dalì)

“La persistenza della memoria”, conosciuto anche come ‘Gli orologi molli’ è un dipinto dello spagnolo Salvador Dalì, realizzato nel 1931 con la tecnica della pittura ad olio su tela che misura cm 24 x 33 ed è conservato al Museum of Modern Art di NewYork.

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[una dedica, al Tempo che incurante ed inesorabile trascorre e ad una persona speciale, mio padre, orologiaio e in un certo senso ‘guaritore di orologi’…perché anche il Tempo ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui (smile)]

avi – versi di Cataldo A.Amoruso

bisogna prima sapere

per ricordare, per insegnare

risalire dal profondo

dove parole e segni precedono i suoni e il tempo

imparare l’appartenenza, apprendere

e non lasciare che l’afonia d’amalgami cancelli

avviluppando i sensi, le minime esistenze

 .

un corteo d’orme spinge i passi

a ritroso

gli occhi dei miei non lasciano luoghi né tregue

sono sguardi e relitti, sono schegge disarmate

mirano ai cieli, alle rive del Neto, ai canneti del Crati

le loro sono lapidi annunciate

le abbandoneranno, i figli della diaspora

non ci sarà tempo per le pratiche

ci sarà sempre una distanza, un impedimento

a volte

silenti come estranei

mani gentili depositano un fiore

chissà, una calla, un giglio

sulle tombe dei miei morti

essi sanno, e nel loro tempo immemore

non pongono domande:

quelle, sono di chi rimane.

da “sai quando il vento…” i sassi nello stagno di Elina Miticocchio e Cettina Lascia Cirinnà

“E  quando ti svegli
scopri che  il vento
ha trascritto visioni dopo l’ipnotico viaggio
cerchi aperti sul capo
e reclinato il gesto
rosso di fragola
la favola
perché si perdono le parole
i n v e n t a t e
senza vigilie e senza guardie
si apre il corpo il vento
sillabario del  volo

                 ogni stagione è uno specchio

il fiore è la mano
le sue dita l’acqua
ciocche e rami
da sempre sono gemme
e la voce rende dolce
la ripetizione  finché cantilena il tempo
maestro di vento
che riordina un manto
di stelle  e di avi
lancette e rotazioni
celesti trame
all’ombra del mio passo

               verso la cova

la parola in un guscio
lumaca e osso
lievità nel calcagno
E  quando ti svegli il vento
ancora trascrive sulle tue mani visioni
e cerchi aperti vorresti mettere sul capo
declinando lento ancora un suo gesto.”

(di Elina Miticocchio)

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NON HO FRETTA

“non ho fretta
stamane

annoto il mio tempo
e mi scaldo da sola
in una vecchia vestaglia
di flanella

e non sento più
le tue parole

aspetto

un’occasione di vento
un turbinio incessante
bussare alla porta
dell’unica casa

abitata

dalle tue cose

lasciate

in disordine

sospese
nel tempo
che verrà

a ricordare

le grida

bambine  innocenti e gioiose
in un futuro imprescindibile
dal destino   arco di luce sospeso
nella volta di un cielo
di un azzurro
inquietante.”   

(di Cettina Lascia Cirinnà)                 

http://cartesensibili.wordpress.com/2012/03/21/sai-quando-il-vento-21-marzo-2012-giornata-mondiale-della-poesia/