Così è nata la fiaba di Alice,
Di fretta, in un giorno infelice,
In una stanza, che poi era questa,
La raccontavo a un’intera Foresta.
E quando la storia sarà terminata
… Sotto ogni Aspetto sarà cominciata.
Questa storiella di Alice rimane
Soltanto un sogno di vicende lontane,
Solo un ricordo, un rifl esso malato,
Un rapido scorcio su un altro passato.
Un mondo, un tempo, perduto e tradito
La cui Storia adesso diventerà Mito.
… si smarrì.
tempo
n°6 (sassolini)
La persistenza della memoria ed altri orologi molli (Salvador Dalì)
“La persistenza della memoria”, conosciuto anche come ‘Gli orologi molli’ è un dipinto dello spagnolo Salvador Dalì, realizzato nel 1931 con la tecnica della pittura ad olio su tela che misura cm 24 x 33 ed è conservato al Museum of Modern Art di NewYork.
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[una dedica, al Tempo che incurante ed inesorabile trascorre e ad una persona speciale, mio padre, orologiaio e in un certo senso ‘guaritore di orologi’…perché anche il Tempo ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui (smile)]
avi – versi di Cataldo A.Amoruso
bisogna prima sapere
per ricordare, per insegnare
risalire dal profondo
dove parole e segni precedono i suoni e il tempo
imparare l’appartenenza, apprendere
e non lasciare che l’afonia d’amalgami cancelli
avviluppando i sensi, le minime esistenze
.
un corteo d’orme spinge i passi
a ritroso
gli occhi dei miei non lasciano luoghi né tregue
sono sguardi e relitti, sono schegge disarmate
mirano ai cieli, alle rive del Neto, ai canneti del Crati
le loro sono lapidi annunciate
le abbandoneranno, i figli della diaspora
non ci sarà tempo per le pratiche
ci sarà sempre una distanza, un impedimento
.
a volte
silenti come estranei
mani gentili depositano un fiore
chissà, una calla, un giglio
sulle tombe dei miei morti
.
essi sanno, e nel loro tempo immemore
non pongono domande:
quelle, sono di chi rimane.
da “sai quando il vento…” i sassi nello stagno di Elina Miticocchio e Cettina Lascia Cirinnà
“E quando ti svegli
scopri che il vento
ha trascritto visioni dopo l’ipnotico viaggio
cerchi aperti sul capo
e reclinato il gesto
rosso di fragola
la favola
perché si perdono le parole
i n v e n t a t e
senza vigilie e senza guardie
si apre il corpo il vento
sillabario del volo
ogni stagione è uno specchio
il fiore è la mano
le sue dita l’acqua
ciocche e rami
da sempre sono gemme
e la voce rende dolce
la ripetizione finché cantilena il tempo
maestro di vento
che riordina un manto
di stelle e di avi
lancette e rotazioni
celesti trame
all’ombra del mio passo
verso la cova
la parola in un guscio
lumaca e osso
lievità nel calcagno
E quando ti svegli il vento
ancora trascrive sulle tue mani visioni
e cerchi aperti vorresti mettere sul capo
declinando lento ancora un suo gesto.”
(di Elina Miticocchio)
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NON HO FRETTA
“non ho fretta
stamane
annoto il mio tempo
e mi scaldo da sola
in una vecchia vestaglia
di flanella
e non sento più
le tue parole
aspetto
un’occasione di vento
un turbinio incessante
bussare alla porta
dell’unica casa
abitata
dalle tue cose
lasciate
in disordine
sospese
nel tempo
che verrà
a ricordare
le grida
bambine innocenti e gioiose
in un futuro imprescindibile
dal destino arco di luce sospeso
nella volta di un cielo
di un azzurro
inquietante.”
(di Cettina Lascia Cirinnà)