Delmira Agustini, due poesie

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Delmira Agustini, due poesie

*

Amore

Io lo sognai impetuoso, formidabile, ardente
Parlava il linguaggio impreciso del torrente;
Era un mare traboccante di follia e di fuoco
Rincorrendo la vita come uno strano ruscello.

Poi lo sognai triste, come un grande sole calante
Che inclinò dinnanzi alla notte la sua testa di fuoco;
Dopo rise, e nella sua bocca così tenera come una preghiera,
Suonava i suoi cristalli l’anima della fonte.

E oggi sogno che è vibrante, e soave, e ridente, e triste
Che tutte le tenebre e tutti gli arcobaleni vide;
Fragile come un idolo e eterno come Dio,
Sopra la vita tutta la sua maestosità innalza e il bacio cade ardente a profumare la sua pianta
Come un fiore di fuoco sfogliato da noi due.

~

L’intruso

Amore, la notte era tragica e singhiozzante
quando la tua chiave d’oro risuonò nella mia serratura;
poi, la porta aperta sopra l’ombra raggelante,
la tua forma fu una macchia di luce e biancore.

Tutto qui fu illuminato dai tuoi occhi di diamante;
bevve dalla mia coppa le tue labbra di freschezza,
e riposò sul mio guanciale la tua testa fragrante;
mi incantò la tua sfrontatezza e amai la tua follia.
E oggi rido se tu ridi, e canto se tu canti;
e se tu dormi dormo come un cane accucciato ai tuoi piedi!

Oggi porto perfino nella mia ombra il tuo profumo di primavera;
e tremo se la tua mano tocca la serratura
e benedico la notte singhiozzante ed oscura che fiorì
nella mia vita la tua bocca precoce.

Anticipo di Primavera

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Il calice dell’amore di Delmira Agustini
..
Inebriamoci, uniti nell’insigne calice!
Raro liquore in offerta alle nostre anime,
rivelino le mie rose la règia frescura
all’ombra indelebile dei tuoi palmi!
.
Fosti tu, nella silente tomba delle ore,
a destare la mia anima assopita;
a te il primo sangue della mia vita
nelle coppe di luce delle mie aurore!
.
Ah! La tua voce, vino a ornare d’oro
i miei tenebrosi silenzi; tu rompesti
il gran filo di perle del mio pianto,
all’alba dischiudesti il mio orizzonte.
.
Per te, nel mio levante oscuro, l’aurora
distese il rosato fremito del suo tùlle;
tanto che ora, nelle ombre della vita,
spalanco l’anima come un cielo azzurro.
.
Ah, mi sento aprire come una rosa!
Vieni a suggere i miei regali mieli:
sono, dell’amor, la coppa sfarzosa
che si poserà tra le tue mani divine.
.
Il calice innalza il suo splendor di fiamma…
Che sortilegio nelle tue mani sarebbe!
La sua misteriosa delicatezza reclama
dita di fantasia e labbra di armonia.
.
Prendilo, che nella gloria s’indori
l’idillio di luce delle nostre anime;
le rose della mia aurora si velano
all’ombra indelebile dei tuoi palmi!
Traduzioni di Enrico Pietrangeli

~

Il silenziodi di Ada Negri 

Tu che sussulti a un batter d’ali, ed hai
il nodo del silenzio sulle labbra
color di cenere!…
Perchè taci, e tremando te ne stai
rinchiusa in una torre di tristezza?…
E pure sei così giovine ancora,
così soave è ancor la tua bellezza!…
Non so il tuo male. – Tu mi sembri oppressa
da un cilicio nascosto, che flagelli
la carne fragile,
perdutamente al suo poter sommessa;
e un’ebbrezza indicibile ti è data
forse dal tuo soffrir senza parola,
se al lamento la bocca è sigillata;
se le mani s’aggrappan con terrore
a un mobile, ad un muro, a un davanzale,
per trattenerti
di scagliare il tuo corpo e il tuo dolore
dalla finestra!… – Ma perché patire
senza rivolta?… Io non lo so, il tuo male;
ma t’insegnerei, forse, a non morire. –
Senti come garriscono le rondini
bianche e nere, nell’ora del tramonto.
Pel ciel s’inseguono
stridendo, in cerchi rapidi e giocondi.
Non hai pensato mai che forse un giorno
fosti la rondin che a Novembre fugge
verso il sole, e nel Marzo fa ritorno?…
Non ti senti quelle ali dentro il cuore
batter, folli d’azzurro?… non lo senti
che tu sei libera
come la rondinella del Signore,
e che sol per gioirne Iddio ti diede
l’anima tua piena di raggi, ardente
di sogni, aperta ad ogni pura fede?…
Vuoi ch’io ti regga al volo?… Oh, non tremare
forte così. – Non ti dirò più nulla. –
Lagrime e lagrime
io verserò su te senza parlare:
su te, che in una torre di tristezza
ti chiudi, e in fondo l’ami, il tuo martirio,
e vi sfiorisci con la tua bellezza.

~

Immigranti di Meira Delmar

Una terra con cedri, con olivi,
una dolce regione di fresche vigne,
lasciarono vicino al mare, abbandonarono
per il fuoco d’America.

Conservavano tra le labbra
il sapore della resina,
e il fumo profumato del narguileh
negli occhi,
mentre la nave si perdeva tra le onde
lasciandosi dietro le pietre di Beritos,
la valle gioiosa ai piedi delle colline,
e i banchetti del vino attorno alla tavola
preparata nell’estate
sotto il cielo pieno di gemme.

Il mare cambiò nome
una volta, un’altra e un’altra ancora
fino ad arrivare alla scottante riva
dove veloci raffiche
di uccelli dipingevano
di colori e musica improvvisa
l’istante,
e il fragore dei fiumi imitava il ruggito
del giaguaro e del puma
nascosti nella selva.

Su rive e su montagne costruirono case
come in passato la tenda nelle verdi oasi
l’antico avo, e le vecchie parole
iniziarono a scambiare
con le parole nuove
per chiamare le cose,
e seppero condividere il cuore con grandezza
come prima l’otre d’acqua nella sete del deserto.
A volte quando suona il liuto della memoria
e la prima stella
brilla nella sera
ricordano il giorno
in cui il bled scomparve lentamente
dietro l’orizzonte.

Traduzione di Giulia Spagnesi

~

Gennaio riscalda già l’aprile di Giovanna Sicari

Ogni brindisi commuove, ogni anima tradisce
ogni viaggiatore rompe l’argine per sempre
e i fuochi alle finestre attendono
ciechi l’aprile.
Fosse rabbia fosse caldo questo continuo
sentirsi rapinati: ladro alle spalle
magazzino superfluo
e noi così superbo aspettando
l’ora di una comparsa
avremmo da dire
da fare, nelle mani
fretta, desiderio
fosse questo giorno chiaro di gennaio
il perno degli anni che non danno pace.

~

Paracadute di Hilde Domin 

Poesia intrisa di lacrime
della solitudine estrema
tu rete sopra il baratro
bianco paracadute
che si apre sul precipizio

Un angelo avrebbe le ali
sotto di lui
non si sfalderebbe il terreno
un angelo non riceverebbe mai
messaggi confusi
su ciò che lo riguarda

Traduzione di Stefania Deon

📚

…e 11 anni fa nasceva questo Blog…
Grazie di cuore ad ogni Amico e Lettore che ha partecipato e partecipa a questa piccola e ostinata avventura poetica e artistica

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Silenzio e poesia

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Il silenzio di Ada Negri 

Tu che sussulti a un batter d’ali, ed hai
il nodo del silenzio sulle labbra
color di cenere!…
Perchè taci, e tremando te ne stai
rinchiusa in una torre di tristezza?…
E pure sei così giovine ancora,
così soave è ancor la tua bellezza!…
Non so il tuo male. – Tu mi sembri oppressa
da un cilicio nascosto, che flagelli
la carne fragile,
perdutamente al suo poter sommessa;
e un’ebbrezza indicibile ti è data
forse dal tuo soffrir senza parola,
se al lamento la bocca è sigillata;
se le mani s’aggrappan con terrore
a un mobile, ad un muro, a un davanzale,
per trattenerti
di scagliare il tuo corpo e il tuo dolore
dalla finestra!… – Ma perché patire
senza rivolta?… Io non lo so, il tuo male;
ma t’insegnerei, forse, a non morire. –
Senti come garriscono le rondini
bianche e nere, nell’ora del tramonto.
Pel ciel s’inseguono
stridendo, in cerchi rapidi e giocondi.
Non hai pensato mai che forse un giorno
fosti la rondin che a Novembre fugge
verso il sole, e nel Marzo fa ritorno?…
Non ti senti quelle ali dentro il cuore
batter, folli d’azzurro?… non lo senti
che tu sei libera
come la rondinella del Signore,
e che sol per gioirne Iddio ti diede
l’anima tua piena di raggi, ardente
di sogni, aperta ad ogni pura fede?…
Vuoi ch’io ti regga al volo?… Oh, non tremare
forte così. – Non ti dirò più nulla. –
Lagrime e lagrime
io verserò su te senza parlare:
su te, che in una torre di tristezza
ti chiudi, e in fondo l’ami, il tuo martirio,
e vi sfiorisci con la tua bellezza.

~

Ho bisogno di silenzio di Alda Merini

Ho bisogno di silenzio
come te che leggi col pensiero
non ad alta voce
il suono della mia stessa voce
adesso sarebbe rumore
non parole ma solo rumore fastidioso
che mi distrae dal pensare.
Ho bisogno di silenzio
esco e per strada le solite persone
che conoscono la mia parlantina
disorietate dal mio rapido buongiorno
chissà, forse pensano che ho fretta.
Invece ho solo bisogno di silenzio
tanto ho parlato, troppo
è arrivato il tempo di tacere
di raccogliere i pensieri
allegri, tristi, dolci, amari,
ce ne sono tanti dentro ognuno di noi.
Gli amici veri, pochi, uno?
sanno ascoltare anche il silenzio,
sanno aspettare, capire.
Chi di parole da me ne ha avute tante
e non ne vuole più,
ha bisogno, come me, di silenzio.

~

Il silenzio di Delmira Agustini

Tra le tue dita indolenti
Si sciolgono i miei capelli;
Sento vertigini ardenti
Nelle due tazze di caffè nero
Delle tue calde pupille;
Folle, più che folle,
Sono per i tuoi denti di crema
Tra le fragole delle tue labbra;
In fiamme mi frantumo
Per incastonarmi nel tuo abbraccio,
E cenere sono, delirio,
Quando m’ergo nella tua vita,
Tutta vestita d bianco,
Tutta profumo di giglio!

Delmira Agustini, due poesie con traduzione

due poesie di Delmira Agustini (Montevideo, 24 ottobre 1886 – 6 luglio 1914)

.

¡Ven dolor!
¡Golpéame, dolor! Tu ala de cuervo
bate sobre mi frente y la azucena
de mi alma estremece, que más buena
me sentiré bajo tu golpe acerbo.

Derrámate en mi ser, ponte en mi verbo,
dilúyete en el cauce de mi vena
y arrástrame impasible a la condena
de atarme a tu cadalso como un siervo.

No tengas compasión. ¡Clava tu dardo!
De la sangre que brote yo haré un bardo
que cantará a tu dardo una elegía.

Mi alma será el cantor y tu aletazo
será el germen caído en el regazo
de la tierra en que brota mi poesía.
 .

Vieni dolore!
.
Colpiscimi, dolore! La tua ala di corvo
percuote la mia fronte e il giglio
della mia anima rabbrividisce, meglio
mi sentirò colta dal tuo aspro pugno.
.
Versati nel mio essere, entra nel mio verbo,
disciogliti nell’alveo della mia vena
e trascinami impassibile alla condanna
di legarmi al tuo patibolo come un servo.
.
Non avere pietà. Conficca il tuo dardo!
Del sangue che sgorga farò un bardo
che canterà un’elegia alla tua freccia.
.
Sarà la mia anima il poeta e la tua ala,
vibrando, sarà il germe caduto nel grembo
della terra, laddove germoglia la mia poesia.
.
.
.
La copa del amor
.
¡Bebamos juntos en la copa egregia!
Raro licor se ofrenda a nuestras almas,
¡Abran mis rosas su frescura regia
a la sombra indeleble de tus palmas!
.
Tú despertaste mi alma adormecida
en la tumba silente de las horas;
a ti la primer sangre de mi vida
¡En los vasos de luz de mis auroras!
.
¡Ah! tu voz vino a recamar de oro
mis lóbregos silencios; tú rompiste
el gran hilo de perlas de mi lloro,
y al sol naciente mi horizonte abriste.
.
Por ti, en mi oriente nocturnal, la aurora
tendió el temblor rosado de su tul;
así en las sombras de la vida ahora,
yo te abro el alma como un cielo azul.
.
¡Ah, yo me siento abrir como una rosa!
Ven a beber mis mieles soberanas:
¡yo soy la copa del amor pomposa
que engarzará en tus manos sobrehumanas!
.
La copa erige su esplendor de llama…
¡Con qué hechizo en tus manos brillaría!
Su misteriosa exquisitez reclama
dedos de ensueño y labios de armonía.
.
Tómala y bebe, que la gloria dora
el idilio de luz de nuestras almas;
¡marchítense las rosas de mi aurora
a la sombra indeleble de tus palmas!
.
.
Il calice dell’amore
.
Inebriamoci, uniti nell’insigne calice!
Raro liquore in offerta alle nostre anime,
rivelino le mie rose la règia frescura
all’ombra indelebile dei tuoi palmi!
.
Fosti tu, nella silente tomba delle ore,
a destare la mia anima assopita;
a te il primo sangue della mia vita
nelle coppe di luce delle mie aurore!
.
Ah! La tua voce, vino a ornare d’oro
i miei tenebrosi silenzi; tu rompesti
il gran filo di perle del mio pianto,
all’alba dischiudesti il mio orizzonte.
.
Per te, nel mio levante oscuro, l’aurora
distese il rosato fremito del suo tùlle;
tanto che ora, nelle ombre della vita,
spalanco l’anima come un cielo azzurro.
.
Ah, mi sento aprire come una rosa!
Vieni a suggere i miei regali mieli:
sono, dell’amor, la coppa sfarzosa
che si poserà tra le tue mani divine.
.
Il calice innalza il suo splendor di fiamma…
Che sortilegio nelle tue mani sarebbe!
La sua misteriosa delicatezza reclama
dita di fantasia e labbra di armonia.
.
Prendilo, che nella gloria s’indori
l’idillio di luce delle nostre anime;
le rose della mia aurora si velano
all’ombra indelebile dei tuoi palmi!
Traduzioni di Enrico Pietrangeli  – tratte dal sito anteremedizioni.it

 

Delmira Agustini, due poesie

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Sir Lawrence Alma-Tadema, Among the Ruins, 1904

 

Delmira Agustini (Uruguay, 1886-1914), due poesie

.

Un’altra stirpe

Eros, voglio guidarti, Padre cieco…
chiedo alle tue onnipotenti mani
Il suo eccelso corpo cosparso in fuoco
sopra il mio, consumatosi in rose! 
.
L’elettrica corolla che oggi dispiego
brinda al nettare di un giardino di Sposi;
per i suoi avvoltoi la mia carne consegno
in tutto uno sciame di colombe rosa. 
.
Alle due serpi del suo abbraccio, crudeli,
dà il mio febbricitante stelo…Assenzio, miele,
versami nelle sue vene, nella sua bocca… 
 .
Così protesa, sono un cocente solco
dove nutrirsi potrà la semente
di un’altra folle, sublime stirpe!

.

Otra estirpe

Eros, yo quiero guiarte, Padre ciego…  
pido a tus manos todopoderosas 
¡su cuerpo excelso derramado en fuego 
sobre mi cuerpo desmayado en rosas! 
 
La eléctrica corola que hoy despliego 
brinda el nectario de un jardín de Esposas; 
para sus buitres en mi carne entrego 
todo un enjambre de palomas rosas. 
 
Da a las dos sierpes de su abrazo, crueles, 
mi gran tallo febril… Absintio, mieles, 
viérteme de sus venas, de su boca… 
 
¡Así tendida, soy un surco ardiente 
donde puede nutrirse la simiente 
de otra estirpe sublimemente loca!

.

Il miele

Cerca nel miele dei sogni
la sacra ebbrezza. Senza più crucci
ti si apre un mare indorato.
Voga, Simbad dei sogni!
.
Peregrino di un’incantatrice
che attraversa lusinghieri stati
porta la tua bocca addolcita
al mieloso bacio della fata.
.
Eccelso miele! Accarezzi
un punto della bocca fatata.
Si erige una diga di diamante
.
tra lei e la tua prelibatezza.
–   Gioisce il fiore per un istante
….facendo attenzione alla spina.

.

La miel

Busca en la miel de lo sueños 
Sagrada Embriaguez. Sin ceños 
Se abre a ti la mar dorada. 
Boga, Simbad de lo sueños!

Peregrino de una hada 
Cruza climas halagüeños 
Lleva tu boca enmelada 
Al beso de miel del hada.

¡La suma miel! Mas tú toca 
Un punto la maga boca 
Y alza un dique de diamante 

——-Entre ella y tu golosina. 
——-Goza la flor un instante 
——-Y… cuidando de la espina.

*

.Traduzioni di  Enrico Pietrangeli; poesie tratte da: “Una poetessa dentro la cronaca nera: La vita e l’opera di Delmira Agustini (1886-1914) raccontate da Enrico Pietrangeli” (articolo completo)

*

Juana de Ibarbourou e Delmira Agustini tradotte da Cataldo Antonio Amoruso

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Juana de Ibarbourou (Melo, Uruguay, 8 marzo 1892 –  Montevideo, Uruguay, 15 luglio 1979) e Delmira Agustini (Montevideo, Uruguay, 24 ottobre 1886 – ivi, 6 luglio 1914): donne e poetesse sudamericane in due traduzioni ‘rigide’, che si attengono – per quanto possibile – al testo originale, cosa che le rende un po’ diverse, credo, dall’essere ‘letterali’.

§

La sed.

Tu beso fue en mis labios
de un dulzor refrescante.
Sensación de agua viva y moras negras
me dio tu boca amante.

Cansada me acosté sobre los pastos
con tu brazo tendido, por apoyo.
Y me calló tu beso entre mis labios,
como un fruto maduro de la selva
o un lavado guijarro del arroyo.

Tengo sed, otra vez, amado mío.
Dame tu beso fresco tal como una
piedrezuela del río.

La sete.

Il tuo bacio penetrò le mie labbra
con una dolcezza rinfrescante.
Una sensazione di acqua viva e nere more
mi diede la tua bocca amante.

Sfinita mi distesi sul prato
col tuo braccio disteso, per appoggio.
E mi tacque il tuo bacio tra le labbra mie
come un frutto di bosco maturo
o un ciottolo lavato dl torrente.

Ho sete, ancora, amor mio.
Dammi il tuo bacio fresco
come una pietruzza del fiume.

– Juana de Ibarbourou –

_______________________________

El intruso.

Amor, la noche estaba trágica y sollozante
Cuando tu llave de oro cantó en mi cerradura;
Luego, la puerta abierta sobre la sombra helante,
Tu forma fue una mancha de luz y de blancura.

Todo aquí lo alumbraron tus ojos de diamante;
Bebieron en mi copa tus labios de frescura,
Y descansó en mi almohada tu cabeza fragante;
Me encantó tu descaro y adoré tu locura.

Y hoy río si tú ríes, y canto si tú cantas;
Y si tú duermes, duermo como un perro a tus plantas,
Hoy llevo hasta en mi sombra tu olor de primavera;

Y tiemblo si tu mano toca la cerradura;
¡Y bendigo la noche sollozante y oscura
Que floreció en mi vida tu boca tempranera!

L’intruso.

Amore, la notte era tragica e singhiozzante
quando la tua chiave d’oro cantò nella mia serratura;
poi, la porta aperta sull’ombra agghiacciante,
la tua forma fu una macchia di luce e di candore.

Tutto illuminarono i tuoi occhi di diamante;
bevvero dal mio calice le tue labbra di frescura,
e riposò sul mio cuscino il tuo capo fragrante;
mi incantò la tua insolenza e adorai la tua follia.

E oggi rido se tu ridi, e canto se tu canti;
e se dormi, dormo come un cane ai tuoi piedi,
oggi che anche nella mia ombra porto il tuo odore di primavera;

E tremo al tocco della tua mano sulla serratura;
E benedico la notte singhiozzante e oscura
che lasciò fiorire nlla mia vita la tua bocca mattiniera.

– Delmira Agustini –

§

[Traduzione di Cataldo Antonio Amoruso – http://krimisa.blogspot.it/]

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Delmira Agustini
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Juana de Ibarbourou