Giorgio Chiantini, notizie d’arte: Antonio Donghi e il suo Realismo magico nella magia del silenzio

Donghi Piccoli Saltimbanche foto di Giorgio Chiantini

Mi guardavano dall’interno della loro bolla e io, affascinato, non riuscivo a staccare gli occhi da loro. Ero come stregato, mentre rimanevo là ad osservare quei bambini raffigurati; piccoli saltimbanchi, come suggeriva il titolo accanto al quadro. Osservavo minuziosamente le forme e i colori di quel piccolo dipinto che mi riempiva di gioia gli occhi e il cuore.* 

Le opere di Antonio Donghi (1897 – 1963) rivelano l’importanza della dimensione domestica e familiare, espressa attraverso uno stile che mescola surrealismo, classicismo e una raffinata eleganza. Figure realizzate come solidi geometrici sono sospese in una sorta di limbo atemporale. Una pittura apparentemente semplice ma ricca di mistero, che cattura lo spettatore in un vortice di emozioni, tra senso di attesa e di inquietudine. Ammirare i suoi dipinti è come entrare in un mondo sospeso, fuori dal tempo e dallo spazio. Donghi è tra i maggiori esponenti di quello che è stato definito Realismo Magico, una tendenza artistica che proietta la realtà in una dimensione onirica, del tutto inaspettata, e che lascia lo spettatore quasi piacevolmente stordito da questa visione di un reale che diventa, appunto, magico.

Quella di Piccoli saltimbanchi (1938) sembrerebbe una scena semplice ed essenziale, ma l’artista riesce a renderla diversa, inattesa. La pittura di Donghi è pulita, il tratto preciso, netto. Il colore è pieno, luminoso, intenso. Si crea subito un’atmosfera assolutamente inedita, che trasforma questa scena, all’apparenza consueta e forse banale, in qualcosa di unico, che resta impresso negli occhi dell’osservatore che ne ripassa mentalmente i dettagli. Il tutto arricchito con una serie di particolari che coesistono tra loro per un equilibrio di incastri di forme precise e definite, unitamente a pochi colori, tanto da sembrare immobile in un tempo indefinito di luce e colore.

Donghi foto di Giorgio ChiantiniLe lavandaie (1922-23) è un dipinto caratterizzato dalle figure massicce di due donne (una, scalza e con la gonna rimboccata, è vista da dietro) che si stagliano contro lo spazio di una terrazza quasi priva di ombre. Il tempo sembra essersi fermato e lo sguardo della massaia vista di lato, pur vivo, appare magicamente enigmatico. In Donna alla toletta (1930) e Figura di donna (1932) il pittore, noto per le interminabili sedute di posa imposte ai suoi modelli, come in altri ritratti si sofferma sull’analisi di personaggi appartenenti alla borghesia romana, tutti colti in una rigorosa fissità, in un’immobilità artificiale che azzera e sublima l’espressione e i sentimenti del soggetto, immergendolo in uno spazio astratto e atemporale, in quell’atmosfera sospesa e rarefatta caratteristica del cosiddetto “Realismo magico”. Suggestive la “nature morte” costituite dagli oggetti e dai fiori in vaso disposti sul ripiano.

foto di Giorgio Chiantini DonghiI personaggi di Donghi o ti guardano dritto negli occhi e sembrano chiederti cosa pensi di loro, anzi a cosa pensi in generale, oppure guardano fuori dal quadro – verso qualcosa o qualcuno che a te è nascosto – in un modo che ti costringe a chiederti a tua volta cosa ci sia in quell’altrove. In alcune opere le due situazioni addirittura convivono. In Gita in barca, per esempio, le due giovani donne ti guardano con un certo sussiego, forse anche con un leggero disappunto, mentre il rematore guarda in alto, con espressione stupita e curiosa. E tu vorresti essere lì, per scoprire ciò che sta vedendo lui e per chiedere alle due donne perché mai, invece, loro stiano fissando te in modo così strano.

Le opere fanno parte della Collezione Cerasi custodita a Palazzo Merulana in Roma e fino al 20 ottobre 2024 saranno oggetto della mostra, a cura di Fabio Benzi, “Antonio Donghi – La magia del silenzio” allestita negli stessi ambienti.

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*Articolo e foto di Giorgio Chiantini.

2 pensieri su “Giorgio Chiantini, notizie d’arte: Antonio Donghi e il suo Realismo magico nella magia del silenzio

  1. Felice di essere di nuovo qui, sul sasso di AnGre, per questa nuova condivisione in Arte. Grazie Angela per esserti ricordata del mio compleanno e per questi auguri speciali che con questa pubblicazione sono per me anche un regalo. ❤️

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