Ady Endre, breve selezione di poesie

Ady Endre, poesie

*

Il tuo calore

Perchè statue e quadri
cercano di rubarti
dall’anima mia?
Che siano vivi o freddi:
Chi può sostituire il tuo unico calore?

Muoio in ogni mio bacio
e rinasco sulle tue labbra,
donne-scirocco vengano pure a centinaia,
mi soffiano ormai inutilmente
il loro calore dolce e spossante.

Morti o vivi, mi tentano inutilmente,
non c’è altro calore, solo il tuo, per me.
Chi altro potrebbe darmi il tuo unico calore?

~

La luna perdona

Acida, mutila, sopra i grandi campi,
forse la decima volta cosí, come un maldestro
viandante spogliato, passa la Luna.

Sul suo volto, lo stanco sorriso dei vecchi ribaldi
e sotto di lei, il campo si alza
con una pena che si perde nei sospiri.

Pianura coperta di ferite, sterile e magra;
d’una luce sommessa, ironica, la Luna
bagna e ribagna il suo corpo sfatto.

Nella gelida luce è disteso un grande morto.
Ma sul suo orlo lontano, timida viandante,
al suo uomo si abbandona una ragazza.

Come se la Morte non fosse mai passata,
la Vita, questo torso spezzato,
alza il suo capo con gioia viperina.

E la Luna, poiché fu inviata in terra
per guardare i baci, ecco, raggia fidente e lieta
e manda il suo perdono per cento colpe mortali.

~

Sull’orlo di un precipizio selvaggio

Siamo in piedi, rigidi e dimenticati,
sull’orlo di un precipizio selvaggio,
l’uno all’altra attaccati;
nè un lamento, lacrima o parola:
per precipitare basta una mossa.

Come legami di carne e sangue
ci proteggono le nostre labbra,
blu e tremanti, ci tengono attaccati.
Finché mi baci non abbiamo parole,
ma dì una parola e cadiamo entrambi.

~

Proteggo i tuoi occhi

Stringo con la mia mano
che invecchia, la tua mano,
e proteggo i tuoi occhi
con questi occhi che invecchiano.

Belva di spente età, mi bracca l’orrore,
sono arrivato da te
attraverso rovine di mondi,
e attendo, insieme a te, atterrito.

Stringo con la mia mano
che invecchia, la tua mano,
e proteggo i tuoi occhi
con questi occhi che invecchiano.

Non so perché né sino a quando
rimarrò qui con te:
ma stringo la tua mano
e proteggo i tuoi occhi.

~

Il pianoforte nero

Matto di un strumento: piange, nitrisce, frulla.
Che corra, chi non tiene del vino.
Questo è il pianoforte nero.
Suo maestro cieco lo strapazza, lo strattona,
Questa è la melodia della Vita.
Questo è il pianoforte nero.

Il ronzio della mia testa, le lacrime dei miei occhi,
Il banchetto dei miei desideri turbolenti,
Tutto, tutto questo è il pianoforte.
Sangue brillo del mio cuore matto,
Si riversa al suo ritmo.
Questo è il pianoforte nero.

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