Barbara Herzog, quattro poesie
*
Sublimare
è la parola d’ordine
dei decreti che
giocano al salto della corda
fortunata
colgo l’ispirazione
nell’inflessione delle parole
e costruisco
castelli sulle nuvole
se no
la mia pelle
sarebbe già avvizzita
~
Fatemi dimorare
in una risposta
che non mi accontenterà mai
volare da lontano
intorno a ciò
che mai più sarà vicino
fatemi guarire
senza accorgermene
sospirare lieta ricordando
ridere forte della mia follia
tornare al mio
io assennato
da Nada màs (puntoacapo ed.)
~
Un velo di barba
morbido ma curioso
come il seno appena spuntato
manifesti più che mai
i legami
soppesato
in un mondo che non ti appartiene
hai capovolto
la scelta imposta
insieme ai capelli
hai tagliato i seni
e il futuro di madre devota
Ciò che gli occhi vedono
li fa dolere
ciò che il cuore non vede
li rende ottusi
alla tua rinascita.
~
Odore
di sofferenza
persiste nelle narici
fino a notte inoltrata
“Dio ti ha messa sulla mia strada”
da Se non nel silenzio (L’arcolaio)