Masolino, La tentazione di Adamo ed Eva (sassi di arte scelti da AnGre)

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Masolino, La tentazione di Adamo ed Eva (1425-1426)

affresco, cm 214 x 89 – Firenze, Santa Maria del Carmine, cappella Brancacci, pilastro di destra dell’arco di ingresso, registro mediano.

La tradizionale attribuzione di quest’episodio a Masolino, già presente nei commentatori delle Vite di Vasari, e valida ancora oggi, è stata messa in discussione soltanto da alcuni storici di tardo Ottocento, che la riferivano a Masaccio, ancora dipendente dai “modi del maestro”. Le due eleganti e armoniche figure vivono nel clima gentile e cortese tipico di Masolino, venendo a rappresentare il suo particolare naturalismo, idealizzato rispetto a quello più terreno del giovane collega. Masolino segue l’iconografia ispirata dal testo biblico (Genesi 2,8): “Poi il Signore piantò un giardino in Eden a Oriente e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. II Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male”.

I due alberi, le cui cime furono tagliate nella sistemazione settecentesca del nuovo arco di ingresso, incorniciano la scena, dominata dai nudi longilinei di Adamo ed Eva che, visto che ”l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza, prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito che era con lei, e anch’egli ne mangiò” (Genesi 3,6).

L’albero da cui Eva stacca il frutto è un fico, oggi privato dei suoi numerosi frutti rosso-bruni che in origine spuntavano tra le tipiche foglie lobate, fitte e abbondanti. II tronco è avvolto dal serpente tentatore. La ricchezza di vegetazione intorno ai protagonisti è ricordata nelle descrizioni erudite ottocentesche e dalle incisioni della stessa epoca, come quelle di Lasinio. Le figure sono trattate con grande finezza, le proporzioni classiche ricordano la lucida plasticità delle statue romane, investite da una luce tenera e inquieta, che colpisce soprattutto Eva, sottolineandone la colpa. Gli incarnati sono creati con una preparazione verde chiara per Eva, più scura per Adamo, come si era soliti fare per distinguere i corpi maschili dai femminili.

[testo tratto da Masolino, I Grandi Maestri dell’Arte, Skira]

4 pensieri su “Masolino, La tentazione di Adamo ed Eva (sassi di arte scelti da AnGre)

  1. Ringrazio Angela per avermi dato l’occasione, con questo dipinto, di ripassare una parte importante della Storia dell’arte e di poterla condividere quindi con voi tutti in questo sempre interessante blog.
    Il Peccato Originale e La Cacciata dal Paradiso Terrestre sono due dipinti eseguiti rispettivamente da Masolino da Panicale e Masaccio. Vengono realizzati nel 1424-25 per la decorazione a fresco della Cappella Brancacci di Firenze ( in Santa Maria del Carmine)  e sono una delle più eclatanti testimonianze del passaggio dallo stile gotico-cortese agli stilemi del Rinascimento italiano.
    Nel primo, Masolino da Panicale rappresenta le ultime tracce di un mondo elegante e fiabesco che sta scomparendo, lasciando il posto ad una visione più viva e più realistica dell’uomo e delle sue esperienze. I progenitori di Masolino non sono ancora stati toccati dalla rivoluzione rinascimentale. Le due figure infatti si inseriscono nella scena come due sagome piatte, che occupano lo spazio senza “abitarlo” realmente: sono due figure leggere, il loro peso non si percepisce, basti guardare come i loro piedi sembrino sospesi su uno sfondo senza toccar terra. I gesti, le pose, le forme stesse dei due personaggi richiamano alla raffinatezza del gotico, come vi richiama l’assenza di espressività sui volti. Masolino dipinge qui un soggetto notissimo alle esperienze artistiche italiane del periodo, ma lo fa proponendo un’immagine ultraterrena, rappresentando il momento in cui Adamo ed Eva stanno per compiere il grande peccato tentati dal serpente che si sporge dall’albero.
    Mentre Masaccio, probabilmente allievo di Masolino da Panicale e considerato uno dei fondatori del nuovo stile rinascimentale insieme a Donatello e Brunelleschi, raffigura ne La Cacciata dal Paradiso Terrestre, Adamo ed Eva come due uomini, verissimi e terrestri. I loro corpi sono modellati con volumi che pesano e sono saldamente poggiati sulla terra dove stanno camminando e su cui proiettano con violenza le proprie ombre. La pesantezza dei corpi evidenzia l’incedere angosciante e faticoso, che concorre a fornire un’immagine ricca di pathos che, a differenza dell’elegante scena di Masolino, trova la sua forza nell’espressione del sentimento umano, nella sofferenza che strazia Adamo ed Eva: lui che disperato si copre il volto (nel Quattrocento gesto simbolo di vergogna), lei in preda ad un urlo che le stravolge il viso, mentre con le mani si copre le nudità.

    1. I più curiosi potranno trovare all’indirizzo web indicato di seguito l’immagine de La cacciata dal Paradiso Terrestre di Masaccio

  2. grazie Giorgio! forse il link dell’immagine risulterà visibile come una piccola finestrella, ma il collegamento funziona e cliccandovi sopra l’immagine è perfettamente visibile….con Adamo ed Eva anche io ho avuto problemi con la condivisione dell’immagine….nonostante il XXI secolo 😉

    un abbraccio colmo di stima per il tuo prezioso contributo.

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