Flavio Almerighi, tre poesie da Risorgive (Macabor, 2022).
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Quando un uomo scrive
Quando un uomo scrive
non vive,
riepiloga l’inventario
del fieno chiuso in cascina
col senso di possesso
del leone affamato
si guarda la barba
trascurata da giorni,
stenta a riconoscersi
dentro uno specchio sadico
per via dell’età,
inventa facce nuove, dure
sono mio padre
e il contrario di lui,
perché in ogni contraddire
sta il valore di un figlio
che disonora il padre
per poterlo salvare.
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Nella scrittura
Nella scrittura il riparo,
la dolina incolore dove, nascosto,
nessuno potrà riconoscermi,
qualcosa difficile da trovare
che spenga l’amaro asciutto
nella mia bocca, calmi la lingua
grossa di sete, una calma
dove poter riavviare capelli
e pensiero.
Il piccolo inquieto
perché rimasto a lungo in posa,
la sua camicina
color della neve il primo giorno
che non c’è più.
∼
Iaio
la madre morta troppo presto
il padre inesistente
una vita di lavoro per rimanere nulla
la figlia amatissima frutto di rinunce
come ogni amore
ha pagato con moneta di ferro
Rivolgo qui i complimenti a Flavio e all’editore per aver dato vita ad un libro interessante, di rara sensibilità e anche bello esteticamente. La buona poesia va letta, condivisa, apprezzata per il suo valore intrinseco di aggiungere una luce a questi giorni scuri in cui siamo immersi.
Non fatevi mancare questo raggio di sole.
Ti ringrazio molto Angela.
e io ringrazio te per la tua poesia!
Ben dice Angela Greco quando parla di condivisione della buona poesia, come in questo caso
Grazie, Marco, per l’attenzione!