Leonardo Sinisgalli, due poesie

ph.Angela Greco AnGre per Il sasso nello stagno di AnGre

Due poesie di Leonardo Sinisgalli 

*

Nessuno più mi consola, madre mia.
Il tuo grido non arriva fino a me
neppure in sogno. Non arriva una piuma
del tuo nido su questa riva.

Le sere azzurre sei tu
che aspetti i muli sulla porta
e avvolgi le mani nei panni,
leggi nel fuoco le risse
che disperdono i tuoi figli
ai margini delle città?

Un abisso ci separa, una fiumana
che scorre tra argini alti di fumo.
Sono queste le tue stelle,
è il vento della terra
è la nostra speranza
questo cielo che accoglie le tue pene,
la tua volontà, la tua domanda di pace?

Tu vivi certa della tua virtù:
hai vestito i cadaveri variopinti
dei padri, hai trovato ogni notte
la chiave dei nostri sogni,
hai dato il grano per la memoria dei morti.

Noi aspettiamo il tuo segnale
sulla torre più alta.
Tu ci chiami. Sei tu
la fiamma bianca all’orizzonte?
Un’estate di lutti
ha rimosso nel ventre le antiche colpe,
ha cacciato i lupi sotto le mura dei paesi.
I cani latrano al sole di mezzogiorno,
la civetta chiede ostaggi per il lugubro inverno.

Tu ascolti, madre mia,
il pianto sconsolato delle Ombre
che non trovano requie
sotto le pietre battute
dal tonfo di fradici frutti.

~

È nostro ancora questo fioco
lume della sera, un barbaglio
sulle cime dei lecci. Il fuoco
nella stanza si consuma;
(un sommesso
brusìo disperde la tua vigilanza)
e appena ti lambisce svampa
la veste: un ardore
ti difende dalla fiamma come la foglia
sempreverde. Tremi
ora che gli orti
devasta la tramontana
e ne patisce dietro i lividi vetri
la pigra passiflora.

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