Sulla poetica di Giuseppe Schembari di Angela Greco AnGre in Italia insulare i poeti, volume sesto (Macabor Editore)

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Italia insulare i poeti, sesto volume (Macabor Editore – QUI)

a cura di Bonifacio Vincenzi e dedicato alla poetessa sarda Marina Minet.

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Sulla poetica di Giuseppe Schembari di Angela Greco AnGre

Due libri editi in poco meno di quarant’anni (sono del 1987 alcuni testi inseriti nella prima silloge), ma una vita intera affidata alla scrittura; alla poesia, che salva persino da se stessi. Un poeta di fatto, per quella visione nitida del presente e quella sottile capacità profetica, che caratterizza una scrittura essenziale, scabra, mai ingioiellata per vezzo o moda. Anzi, spogliata e nuda per essere assolutamente aderente a quella verità, che è la profonda ricerca di questo autore cresciuto nella realtà più concreta e meno poetica che si possa immaginare.

E qui sta il grande pregio di questa penna oggi decisamente – e ancora – fuori dagli schemi: riuscire a fare poesia, come l’etimo del termine stesso indica, artigianalmente, scrivendo materialmente un verso alla volta per poi comporre, in un altro tempo, quello della rilettura e della rielaborazione. Nuova elaborazione non tanto finalizzata al sempre proficuo labor limae, quanto piuttosto a restituire il legame tra emozione e realtà che ai versi ha portato. Un lavoro lungo, di analisi particolareggiata, che non contempla fretta o ansie da pubblicazione.

Versi votati alla sommossa fisica e ancor più interiore; una alternativa alla stasi dominante, alla quiete da accettazione passiva della realtà imposta dai sistemi alti: una poesia di reazione civile dalla forte connotazione politica, che conduce, anche a fronte di un linguaggio estremamente diretto, a prendere in seria considerazione gli argomenti di cui il poeta si fa portavoce. Ed ecco, allora, che incontriamo la contestata presenza americana nei territori della Sicilia orientale, la condizione dei detenuti, i margini della società per bene, la Chiesa, lo Stato e le forze dell’ordine visti con gli occhi di chi non condivide gli stessi ideali. Ma su tutto emerge la ricerca della verità, intesa come fame di autenticità.

Giuseppe Schembari, nelle peregrinazioni della sua esistenza non si è mai stancato di indagare oltre il visibile per tentare di trovare una risposta a quello che si vede in superficie e che affonda le proprie radici nelle scelte e nelle decisioni sociali di cui il poeta si sente, fondamentalmente, vittima e ostaggio e alle quali è d’obbligo reagire. Ma vittima del sistema è anche la stessa società, per conformismo, per adeguamento ad un quieto vivere che uniforma, appiattisce e, soprattutto, appanna grandemente la visione dell’ingiustizia perpetrata ai danni dei più deboli, di coloro di cui il sistema societario non si preoccupa e dei quali ha addirittura cattiva opinione, perché hanno un conto in sospeso con il perbenismo se non addirittura con la legge, che regola ogni rapporto tra le parti.

Due testi editi, Al di sotto dello zero e Naufragi (Sicilia Punto L Edizioni, 1989 e 2015) per un totale di quaranta poesie, il lascito – per ora – consegnato ai lettori di tre decenni, fanno di questo autore un concreto poeta del dissenso – come spesso è stato definito – anche nella scelta di non essere una presenza nel bel mondo delle pubblicazioni poetiche italiane. Anzi, il suo sguardo attento individua subito le realtà che si trincerano dietro apparenze benevole, salvo poi artigliare e rivelarsi nell’intimo come negative, coerentemente con il poeta che non tollera i soprusi, i favoritismi e l’inestirpabile ingiustizia sociale.

E l’attenzione ai temi della società e alla condizione del disagio è il trait d’union tra la produzione giovanile e quella ultima, che beneficia, però, anche di un più lucido sguardo al percorso di vita personale. Il tono si fa meno tagliente, nel secondo libro pubblicato a distanza di un quarto di secolo, ma non meno incisivo, indulgendo anche in una certa ricerca linguistica e formale, consapevole del fatto estetico più che altro, sfiorando un lirismo maggiormente confacente all’età, che porta ad ammorbidire – ma solo nell’espressività – il dire, che tuttavia resta volutamente pungente, diretto, ancora capace di scuotere persino i lettori di oggi, che sembrano ormai assuefatti a tutto.

Schembari, tra gli ultimi esponenti dell’Antigruppo siciliano (movimento letterario, artistico e culturale di contestazione nato in Sicilia nel 1966) resta fedele nel tempo alle caratteristiche di quest’ultimo, alla «natura anomala e conflittuale dello stesso consorzio letterario» che poggerebbe «sull’idea di dissidenza, di contrasto: non era necessario che un poeta Antigruppo fosse d’accordo con i principi di un altro, bastava che fosse contro i potenti, contro lo status quo. Era l’atteggiamento di critica che contava». A tale riguardo è utile riportare, traendolo dalla voce omonima presente on-line, anche un’altra breve specifica ancora oggi ben aderente alla poetica di questo autore: «La polemica antigruppo sembra(va) contemplare il categorico rifiuto di ogni possibile forma di dominio culturale e politico. […] essere “antigruppo” non vuol (voleva) dire, dunque, far parte di un movimento strutturato, ma piuttosto assumere un modus operandi di permanente contestazione anti-autoritaria».

Dissenso, rifiuto del potere, messa al bando del capitalismo, critica verso gli stereotipi della società dabbene, ma anche sguardo verso gli emarginati vittime del sistema, includendo non senza dolore un’analisi impietosa della propria esistenza, sono ancora le caratteristiche di questo poeta che continua a percorrere una strada alla ricerca di un presente differente, non regolato dalle logiche utilitaristiche dei dominatori a scapito dei dominati, dei forti sui deboli, tanto da farne una questione tutta politica e sociale, come ormai la poesia contemporanea ci sta disabituando.

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Tre poesie estratte dalla produzione del poeta.

Luna proletaria (da Al di sotto dello zero)

La notte sussurra
arcane armonie
di nenie dolcissime
mentre la luna
è un’immensa amaca
che culla con fare materno
il sonno sereno
dello stanco operaio
La notte è lacerata
da urla strazianti
di uomini morti
in fabbriche lager
mentre la luna
è un occhio severo
un’eterna minaccia
un perfetto alternarsi
di terribili incubi
e spasmi cardiaci
che tormentano il sonno
dello sporco padrone

3 settembre 1988

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Orfani (da Naufragi)

Cammino e raschio ruggine dal petto,
niente può scalfire quest’afa greve,
i calci restano lì dove li abbiamo presi
nella costanza di un presente inamovibile.

Per sempre orfani, senza più attese
un dimenarsi assurdo nella frenesia,
la timida avvisaglia in un capogiro
noi che attraverso il silenzio ci parliamo.

Si gioca sui timbri lessicali di un copione,
la didascalia indecifrabile delle parole
che scorre dentro la bocca come una preghiera.

S’è complici e mandanti di feroci rappresaglie,
stanare dalle viscere lo sdegno trasversale
nel fuoco senza attrito di un cuore depredato;
le verità nascoste di tutte le mancanze.

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Cos’è rimasto (da Naufragi)

Cos’è rimasto

un sorriso lacero
la memoria prosciugata

scomposte geometrie
fratture inevitabili

l’ira dei pupi
e quella dei pupari

E’ rimasto
un vagito
a ricordare la vita

e il fruscio della seta
che increspa
il silenzio della parola

per farsi poesia

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Giuseppe Schembari (Ragusa, 1963), ha pubblicato due volumi in versi: nel 1989, Al di sotto dello zero, con prefazione di Emanuele Schembari, e nel 2015, Naufragi, con prefazione di Pino Bertelli, entrambi editi da Sicilia punto L. Diverse volte vincitore del Concorso di Poesia “Mario Gori”, del Concorso nazionale di poesia civile “B. Brècht” città di Comiso, del Premio Nazionale di Poesia “Ignazio Russo” città di Sciacca; nel 2017/18 riceve Menzione d’onore al “Premio Lorenzo Montano”; è 3° classificato al Premio Il Convivio, Premio Speciale per l’originalità compositiva, e al Premio “Ugo Carreca” 2018; Premio Speciale “Il Sublime” 2018; Menzione d’onore al Premio Internazionale “Seneca” 2019; 3° Classificato al Concorso Nazionale “Luigi Balzano Conti” 2019 e al Premio Letterario “Città di San Giuliano 2020”; 3° e 5° classificato al Premio Letterario Etna Book, “Cultura sotto il vulcano 2020”. Sue poesie sono inserite in varie Antologie, una tra tutte “Bisogna armare d’acciaio i canti del nostro tempo, Antologia di poeti rivoluzionari”, a cura di Gian Luigi Nespoli e Pino Angione. E’ stato uno degli ultimi esponenti dell’Antigruppo Siciliciano.

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