Sergio Pasquandrea è nato a San Severo (FG) nel 1975. Dai primi anni Novanta vive a Perugia, dove insegna Lettere in un liceo e collabora come ricercatore con l’Università. Ha pubblicato nel 2014 la silloge Approssimazioni (Pietre Vive/iCentoLillo) e nel 2015 Oltre il margine (Fara Editore). Ha inoltre pubblicato due plaquette: Topografia della solitudine (Fara 2010) e Parole agli assenti (Smasher 2011). Di prossima uscita, Un posto per la buona stagione (Smasher Editore). Suoi testi sono stati apparsi in riviste (“Scuola di poesia” de “Lo specchio”, a cura di Maurizio Cucchi; “Gradiva. International Journal of Italian Poetry”), su blog letterari e in varie antologie.
Collabora come giornalista e critico musicale con il bimestrale “Jazzit” e con i blog “Nazione Indiana”, “La poesia e lo spirito”, “Jazz nel pomeriggio”, “Words Social Forum”. Ha pubblicato nel 2014 il volume di racconti Volevo essere Bill Evans (Fara) e nel 2015 Breve storia del pianoforte jazz. Un racconto in bianco e in nero (Arcana Editrice). Gestisce due blog: “Ruminazioni” (http://ruminazioni.blogspot.it) e “Gusci di noce” (http://guscidinoce.wordpress.com).
Di seguito, per questa rubrica, Quattro poesie tratte da “Approssimazioni” (Pietre Vive Editore, Locorotondo, 2014).
*
ONIROMANZIA
Le città in cui ti sogno hanno sempre
topografie impossibili
mi costringono a giri viziosi
a incroci paralizzanti
.
stanotte poteva essere Pescara tanto
erano orizzontali le geometrie
però gli attraversamenti non erano mai affidabili
una fatica fendere il grigio
.
perché come al solito mancava il sole
e in quel crepuscolo un lucore e quello
rincorrevo sperando fosse una scaglia
del tuo odore il refe da riavvolgere
.
sai nei sogni a volte succede si raggiunge
la felicità la si trattiene
anche con un po’ di violenza se proprio
è necessario.
*
PASSING BY
Continuo a interrogarmi sulla tua presenza
su quel lieve disordine che imprimi alle cose
quando ti passano vicino – quel nocciolo amaro
che interponi al saluto. Dico solo
che sorridendomi hai bloccato il normale scorrimento
del tempo nel tempo hai isolato per sempre un punto
di frattura – dico che ti ricordo così
non mi fa male né bene è solo un attimo
troppo luminoso per fissarlo a lungo.
*
ECONOMIA DEI RICORDI
Sarà un sintomo certo
(ma di cosa?)
ti penso sempre staccata su schianti
di spuma fredda
sempre di spalle poi sempre verso
un indaco di burrasca
.
e il gesto è quello bloccato
appena prima di concedere la curva
dello zigomo. Ti penso per metà
disegnata da un vento angolare
per metà perduta nel panneggio
e anche questo – certo – andrebbe
messo nel conto però
.
intanto qui è stagione di frastuono
di piccole ferite
quel poco che regge devo adoperarlo bene
sarà per questo che ti penso dove non siamo
mai stati che non aspetto di raggiungerti
che come nei sogni la fine
non arriva mai.
*
DI QUESTI TEMPI
Quello che voglio dire
è che davvero si vorrebbe pronunciare
una parola buona
da che mondo è mondo bisogna rendersi abitabili
lo facesti tu quando dicevi “pregare”
e scattavi una foto solo perché il verde del prato
aggiungeva all’universo una particola di gioia. Però
per quanti sforzi si facciano più di tanto
non si regge. Il cuore ad esempio
non è affatto rosso
è fibra muscolare dall’aspetto sieroso
è roba dura da masticare.
.
Il mio benvenuto – oltre i complimenti per la poesia – a Sergio in questi luoghi d’arte e poesia e il mio grazie per aver accettato la proposta di far parte di questa rubrica!
beh, meno male che ha accettato direi. Non lo conoscevo assolutamente e da quanto ho letto, onestamente, posso solo dire che è davvero un ottimo poeta.
Concordo Flavio!
grazie mille! 🙂